Shuar – i figli del dio invisibile
Un film su di un fiero popolo indigeno dell'Ecuador
Di Petra Erlacher, Patrick Kofler, Peter Defranceschi e Günther Innerebner
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Bolzano, 11.12.2000

Un vecchio ShuarNell’estate 1999 gli autori del documentario hanno fatto visita agli Shuar nell’Amazzonia ecuadoriana (Oriente). Tsamaraint Naychap, uno Shuar molto attivo, ha accompagnato il gruppo di Patrick Kofler. Grazie a lui hanno potuto conoscere la cultura degli Shuar, la foresta tropicale intatta e vergine – tra pioggia, fango, fiumi, aree isolate e villaggi i quattro sudtirolesi furono ospiti degli Shuar.

Nel loro viaggio attraverso “l’Oriente” i ragazzi visitarono aree intatte, ma anche zone nelle quali la foresta e di conseguenza anche la cultura degli indigeni inizia ad essere distrutta. Per esempio con la sola costruzione di una semplice strada. Nei loro 16 giorni di giungla il gruppo però visitò anche una zona completamente contaminata e distrutta dall’estrazione petrolifera. Nel nord dell’”Oriente” da più di 20 anni si estrae petrolio senza la minima attenzione alla vita, vegetale, animale ed umana, circostante. Patrick Kofler ha descritto questa parte del viaggio come la più difficile e pericolosa. Tsamaraint, per difendere il gruppo, prese con sé anche due dei suoi fratelli.

Patrick KoflerOgni parte del viaggio è stata documentata su pellicola da Patrick Kofler. Si possono vedere immagini coinvolgenti della cultura Shuar, della foresta pluviale vergine e di quella devastata. Il film, montato da Peter Defranceschi e da Patrick Kofler (ca. 70 minuti) effettua una breve introduzione sui molteplici aspetti dell’Ecuador, per poi raccontare, dal punto di vista soggettivo, le esperienze dell’avventura dei Sudtirolesi. Le esperienze con gli Shuar, e quelle relative alla devastazione dell’ambiente, della foresta pluviale – con immagini e musiche impressionanti.

Patrik Kofler descrive l’idea-guida: La novità è l’incrocio tra il documentario e la proiezione di diapositive. Il film scorre con tutti i suoi tagli, le dissolvenze, le carte geografiche e la musica, mentre noi lo commentiamo dal vivo ad ogni proiezione. Possiamo così raggiungere il massimo di immediatezza, di vivacità e di spontaneità, diminuendo così il distacco fra il pubblico e l’Ecuador. Le proiezioni saranno ancora più interessanti quando, nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio ad esse parteciperà anche Tsamaraint Naychap. La proiezione inizierà con un rituale. Alla fine, Tsamaraint e compagni rispondono alle domande.

Scopo del gruppo è richiamare l’attenzione sui pericoli per l’uomo dell’estrazione petrolifera in Ecuador (ambito di attività dell’Alleanza per il Clima) e del suo collegamento con il benessere da noi. Si perseguono così due scopi concreti, come dice Patrick Kofler:

Lago Agrio, prov. di Sucumbios, pozzo della Texaco e di Petro-Ecuador“Vogliamo da un lato sostenere i nostri amici Shuar. Essi dispongono di una buona organizzazione (gli Shuar sono i primi indigeni sudamericani ad essersi organizzati) e mirano all’obiettivo della tutela dei loro territori ancora intatti. Col progetto “Mura” vogliamo tutelare un territorio di circa 6.100 ettari, ed alcuni villaggi circostanti, dalle pretese di coloni, società petrolifere e forestali, e dalle autorità statali del turismo. Anche i “meticci” stanno penetrando nel territorio Shuar ogni anno di 30-40 m, ed abbattono gli ultimi giganti della foresta pluviale nel territorio, dissodano poi la foresta restante, lasciando dietro di sé una terra esaurita che non può più nemmeno nutrire le vacche al pascolo. “Mura” è il nome del progetto, ma anche una collina nel centro del territorio da tutelare, un luogo sacro, il cimitero degli antenati. È importante anche che i bambini Shuar possano andare a scuola, per poter imparare lo spagnolo e per conoscere la mentalità di bianchi e meticci. Per raggiungere tutti questi obiettivi i coordinatori del progetto (Tsamaraint Naychap ed Alfonso Wajuyat) hanno bisogno di un sostegno economico.

Parte delle offerte sarà destinata anche all’organizzazione “Acción ecologica”, attiva in tutto l’Ecuador, ma soprattutto nel nord del territorio dell’”Oriente”, in cui si estrae il petrolio da più di vent’anni. “Acción ecologica” è riuscita, in collaborazione con altre organizzazioni, a far ritirare la multinazionale petrolifera TEXACO dall’Ecuador. “Acción ecologica” è composta soprattutto da donne di origine bianca, che lottano con impegno, grinta ed abilità contro la distruzione delle culture e degli ecosistemi indigeni. “Acción ecologica” può vantare vari progetti di cooperazione con l’Alto Adige positivamente conclusi. Petra Erlacher, che dopo la nostra presenza di cinque settimane in Ecuador ha lavorato per altre tre settimane con “Acción ecologica”, può consigliare questa organizzazione, sulla base della propria esperienza personale, senza alcuna esitazione. Con le offerte raccolte in maggio e con una generosa offerta privata da Bressanone c’è già la metà dei mezzi necessari per finanziare un progetto di monitoraggio. La qualità del acqua, lo stato di organismi acquatici (insetti, pesci) e la salute  di alcune comunità indigene situate vicino al fiume verranno analizzate per la durata di un anno. Tutto questo a valle di un’installazione d'estrazione petrolifera. I risultati saranno pubblicati e potranno così essere usati come arma da altre comunità minacciate nelle negoziazioni  con governi e società petrolifere.
 

Tsamaraint NaychapChi è il “gruppo”:

Günther Innerebner di Varna, studia design all’accademia per design di Bolzano; 25 anni.

Petra Erlacher di Bressanone, dottoressa all’ospedale di Brunico; 27 anni.

Peter Defranceschi di Merano, sta concludendo i suoi studi di giurisprudenza, attivista per i diritti umani, obiettore di coscienza all’Associazione per i popoli minacciati; 27 anni.

Patrick Kofler di Bressanone, Biologo, attivo nel settore della videoproduzione, collaboratore all’Associazione per i popoli minacciati; 27 anni.

Chi è Tsamaraint Naychap?
Nato il 11.05.1970 in Ecuador appartiene alla tribù degli Shuar. Studi universitari: giurisprudenza (2 anni), antropologia (4 anni). Non gli è stato possibile terminare gli studi per motivi economici. Ha frequentato vari corsi nel settore della protezione ambientale. È attualmente presidente dell’organizzazione ARUTAM MURA (interscambio culturale, protezione della cultura Shuar e della foresta tropicale), guida turistica nella selva, attivista nella lotta per la preservazione della foresta amazzonica, cantante e musicista del gruppo Arutma Uchiri (premiato molte volte), ed infine pittore di tematiche riguardanti la mitologia Shuar. Tsamaraint Naychap è stato designato dagli sciamani come messaggero del suo popolo.
 
Data Luogo Ora
13.12.00 Scuola Dante Alighieri, Via Cassa di Risparmio, Bolzano 20:00
16.01.01 GeiWi Turm, Università Innsbruck 20:00
23.01.01 Appiano 20:00
24.01.01 Centro giovanile UFO, Brunico 20:00
02.02.01 Accademia N. Cusano, Bressanone 20:00
30.01.01 Silandro 20.00
01.02.01 Urania Merano 20.00
Vedi anche:
ILO 169: La Convenzione per la protezione dei popoli indigeni

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