La visita di Khatami in Germania: 
Carcere per gli Ebrei - Pena di morte per i Baha’i. Sono queste le riforme in Iran?
Bolzano, Göttingen, 12.7.2000

In occasione dell’odierna visita a Weimar del presidente iraniano Sayed Mohamad Khatami, l’Associazione per i Popoli minacciati ha partecipato, insieme con fedeli Baha’i di Germania e ad un gruppo di Musulmani bosniaci (tra cui anche alcune donne di Srebrenica), ad una manifestazione contro il regime di terrore instaurato dai tribunali iraniani contro le minoranze religiose. Il motto della manifestazione: “Carcere per gli Ebrei - Pena di morte per i Baha’i. Sono queste le riforme in Iran?”.

L’APM ha richiesto l’immediato rilascio dei dieci Ebrei iraniani condannati da quattro a tredici anni di carcere con l’accusa di spionaggio. L’appello, rivolto ai Governi occidentali, è per un annullamento di una sentenza ingiusta, che avrebbe, secondo gli osservatori, motivazioni politiche. I condannati sono quasi tutti semplici cittadini iraniani molto impegnati nell’ambito delle Comunità Ebraiche di Shiraz ed Isfahan, e che sulla base delle loro professioni non avrebbero avuto alcuna possibilità di esercitare lo spionaggio. Insieme ai Baha’i ed ai molti Musulmani di Bosnia che durante il genocidio nella loro patria avevano goduto del sostegno morale dell’Iran e di tante organizzazioni ebraiche nordamericane, l’APM rivolge un appello alla dirigenza iraniana, affinché faccia cessare ogni persecuzione delle minoranze religiose.

Già a fine aprile, coordinate dalla sezione bosniaca dell’APM, 54 organizzazioni bosniache avevano richiesto al Governo iraniano il rilascio degli Ebrei arrestati (vedi appello del 28.4.2000). Gli Ebrei iraniani, tollerati da secoli in qualità di fedeli di una “religione del Libro”, sono oggetto di una discriminazione che continua dall’epoca della rivoluzione islamica (1979-80). Da allora la consistenza della comunità religiosa ebraica si è quasi dimezzata, arrivando a circa 30-35.000 appartenenti.

Anche le undici persone appartenenti alla fede Baha’i, tuttora carcerate solo a causa delle loro convinzioni religiose, devono essere immediatamente rilasciate. Anche per questo ci vuole un impegno dei Governi europei. Quattro di loro, attualmente agli arresti, rischiano la pena di morte. Dalla rivoluzione islamica ad oggi sono stati giustiziate 202 persone di fede Baha’i. Questa comunità, che con circa trecentomila aderenti è la principale minoranza religiosa in Iran, deve fare i conti con una persecuzione collettiva e con l’arbitrio delle autorità.

La religione Baha’i fu fondata in Iran nel 1869 da Baha’ullah, che si definiva un profeta. Poiché secondo la professione di fede islamica Maometto è il più elevato, ed anche l’ultimo dei profeti, la religione Baha’i fu fin dall’inizio demonizzata dal clero islamico. Al contrario di Ebrei, Cristiani e Zoroastriani i Baha’i non godono della tutela prevista nel Corano, ed in qualità di “musulmani apostati” ed “eretici” possono anche essere “convertiti” con la violenza.
 

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