Lettera aperta al Commissario del Governo, Sig. Giustino Di Santo
Profughi, immigrati, Sinti e Rom al tavolo delle trattative!
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Bolzano, 6.12.2000
Egregio signor Di Santo,

il Commissariato del Governo è un nodo di comunicazione e di informazione tra la realtà locale e Governo e Istituzioni a Roma. Da sé s'intende che l'immagine che deve essere data di questa terra deve essere il più possibile veritiera, poliedrica, fedele alla realtà.
In questo periodo si sta assistendo ad una specie di monitoraggio della realtà locale da parte del Sottosegretario alle minoranze Gianclaudio Bressa e dei cosiddetti "tre saggi". Non è stato rivelato quali siano i criteri per l'invito al tavolo degli incontri, quali siano state le modalità per la partecipazione.

Il signor Bressa e i tre saggi devono valutare la situazione della provincia. È giusto che si faccia un esame di questa terra e della sua complessa società, è giusto che non si accettino i dogmi emanati. Bisogna però accettare come primo criterio per migliorare l'ottica tradizionale del potere l'invito alla partecipazione per gruppi che normalmente non ottengono la possibilità di esprimersi.
Di questi gruppi senza voce negli organi e nelle istituzioni delle due maggioranze fanno parte - sebbene la politica voglia tacere - i Sinti e Rom. Questa comunità - riconosciuta a livello europeo - vive in una situazione precaria. Vengono infatti trattati come stranieri, come extracomunitari, sebbene una buona parte di loro abbia la cittadinanza italiana. Bisogna sottolineare inoltre che coloro che non sono cittadini italiani provengono dai paesi dell'Est, dove il razzismo e le violenze contro i Sinti e Rom sono fin troppo diffusi.

Invitiamo il Commissariato del Governo a far partecipare agli incontri anche esponenti dei Sinti e Rom della provincia. Il signor Bressa ed i suoi illustri accompagnatori, che così poco conoscono la complessa realtà di questa terra, hanno il dovere di non perpetuare il razzismo quotidiano di istituzioni e forze politiche. I Sinti e Rom fanno parte dell'eredità storica dell'Europa. Disconoscere oggi i diritti fondamentali di questa popolazione, come il diritto di esprimersi e di illustrare il proprio punto di vista, significherebbe continuare sulla strada delle ingiustizie che ebbero il culmine durante gli anni del fascismo e del nazismo. Anche le generazioni successive, che in questo punto mai hanno preso le distanze dal razzismo del passato, lo hanno fatto diventare un razzismo del presente.

I tre saggi inoltre devono studiare la situazione delle nuove minoranze, pure maltrattate da chi una volta come minoranza ha chiesto tutto dallo stato italiano per poi farsi antiminoritario e intollerante come pochi altri in Europa. Gli immigrati che qui lavorano e contribuiscono con la loro opera e con le loro tasse al bene comune, ma in compenso non ottengono diritti da cittadino, sono una testimonianza di quanto questa terra, che per bocca di certi suoi politici si dice fariseicamente "modello per l'Europa", sia rimasta una terra di squallida chiusura mentale e culturale.

La invitiamo a fare in modo che il signor Bressa ed i suoi accompagnatori possano conoscere anche i lati nascosti di questa realtà: non devono portarsi a casa un'immagine limitata e ideologicamente falsata.

Distinti saluti
Associazione per i popoli minacciati
 
Vedi anche:
9. Novembre 1938 - 2000. L’eredità mortale della "notte dei cristalli", il Sudtirolo ed il suo passato.
Una speranza per i perseguitati! Contro il razzismo e la xenofobia
La terra dei campi. L'apartheid contro i Rom in Italia

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