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Afghanistan

Oltre 1.000 morti a causa delle tempeste di neve - Le espulsioni di massa di profughi inaspriscono la catastrofe umanitaria

Bolzano, Göttingen, 26 febbraio 2008

Scene di strada in Afghanistan. Foto: Michael Pohly. Da gennaio 2008 in Afghanistan sono morte più di 1.000 persone per freddo, in prevalenza profughi interni e contadini impoveriti. L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ora teme una tragedia umanitaria di immani dimensioni viste le espulsioni di massa di centinaia di migliaia di profughi afghani che nei prossimi mesi rischiano di essere espulsi dal vicino Iran. Il tragico destino delle molte persone morte nelle tempeste di neve dimostra l'incapacità e l'impossibilità per le autorità afghane e le organizzazioni umanitarie internazionali di occuparsi in modo efficiente di altri nuovi profughi rientranti. Nelle tempeste di neve sono morte anche 300.000 pecore, vitelli e altri animali domestici di fondamentale importanze per la sopravvivenza dei contadini.

Le massicce precipitazioni nevose hanno colpito principalmente le quattro province occidentali del paese, Farah, Herat, Ghor e Badghis, dove la popolazione subisce l'inverno più freddo degli ultimi 30 anni. Ma è proprio in queste province già provate che viene portata la maggior parte dei profughi afghani espulsi dall'Iran. Lo scorso anno l'Iran aveva già espulso circa 360.000 profughi afghani. Tornati in patria, spesso dopo aver trascorso già una ventina d'anni in Iran, i profughi devono affrontare povertà, miseria, perdita della terra, violenza e nuove deportazioni. Entro il 2009 l'Iran intende sciogliere 80 campi profughi ed espellere circa un milione di profughi afghani non riconosciuti ufficialmente come tali. In Iran altri 900.000 Afghani sono riconosciuti ufficialmente come profughi.

Il governo afghano si è appellato diverse volte al governo iraniano affinché interrompa le espulsioni di profughi. Finora l'Afghanistan non è riuscito a integrare in modo accettabile nemmeno 4,9 milioni di profughi, tornati in patria dopo la caduta del regime dei Talebani. Dopo l'inverno e l'arrivo, tra marzo e maggio, del disgelo si temono pesanti inondazioni che colpiranno ulteriormente la già impoverita popolazione rurale. A sei anni dalla caduta del regime dei Talebani sempre più persone dipendono in Afghanistan dagli aiuti internazionali. Ciò nonostante il lavoro delle organizzazioni umanitarie internazionali risulta sempre più difficile e pericoloso a causa del peggiorare delle condizioni di sicurezza. La crescente situazione di pericolosità non ostacola solo la ricostruzione ma anche il reintegro dei profughi. Nel 2007 le sole organizzazioni umanitarie operanti in Afghanistan hanno perso 41 collaboratori per il crescente diffondersi della violenza.


Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080208it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080123it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071212it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071011it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070905ait.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/061219it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060131it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/051006it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/051005bit.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-col06it.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-maed-it.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/omid-it.html

* www: www.iwpr.net | http://it.wikipedia.org/wiki/Afghanistan | www.shuhada.org | www.aihrc.org.af

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