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Bolzano, 25.4.1998


Solidarietà a Dino Frisullo, prigioniero nelle carceri turche per la difesa dei diritti del popolo kurdo

Dino Frisullo, segretario dell'associazione "Senzaconfine", portavoce della Rete Antirazzista, nel marzo scorso si era recato in Turchia con una delegazione di pacifisti italiani. Lo scopo della missione, condivisa da delegazioni di numerosi paesi europei, era quello di partecipare al Newroz, la festa del capodanno kurdo che si celebra il 21 marzo, di informarsi sulle loro condizioni di vita, di testimoniare sulla eventuale violazione dei diritti umani.

Sabato 21 marzo la delegazione italiana era a Diyarbakir, nel Kurdistan turco, dove si svolgeva una delle tante feste di piazza, con la partecipazione di migliaia di persone. Alla fine della festa si formò un corteo spontaneo, rapidamente disperso da violente cariche della polizia, con molti feriti e contusi tra i manifestanti. Tre cittadini italiani furono fermati dalla polizia e trattenuti in caserma. Di questi, due vennero successivamente rilasciati. Dino Frisullo, invece è stato tradotto in un carcere di massima sicurezza, a Diyarbakir, e messo in isolamento con l'accusa di aver violato l'art. 312 (propaganda contro l'integrità dello Stato). Le prove sarebbero costituite dal materiale di propaganda a favore dei kurdi, che sarebbe stato trovato nella sua borsa. In realtà Frisullo è considerato dalle autorità turche come soggetto pericoloso per la sua attività, condotta in Italia, di denuncia e di difesa dei diritti umani e per la sua partecipazione nello scorso settembre al "treno della pace", iniziativa che portò in Kurdistan una folta delegazione di pacifisti proveniente da tutta Europa insieme a diplomatici di vari paesi. In quell'occasione la polizia fece irruzione nell'albergo dove si svolgeva una conferenza stampa della delegazione. Già allora a Frisullo fu data l'imputazione di resistenza all'arresto.

A tutt'oggi Dino Frisullo è ancora in carcere, in isolamento, rinviato a giudizio. Frisullo sarà processato il 28 aprile, in un processo che non solo sarà una farsa, ma anche un tentativo di giustizia politica con lo scopo di attaccare tutto il movimento di solidarietà con il popolo kurdo. A favore della sua liberazione si sono pronunciate numerose personalità italiane ed europee. Come associazione da tempo impegnata per i diritti dei kurdi, schiacciati ne quattro stati in cui vivono, lanciamo un appello a tutti i parlamentari sudtirolesi, a tutti i partiti ed istituzioni locali ad intervenire presso il governo turco e presso l'ambasciata turca in Italia per il rilascio immediato di Dino Frisullo.



PRESSERKLÄRUNG
Bozen, am 25. April 1998
Am 28. April Justizfarce in Diyarbakir gegen italienischen Staatsbürger. Solidarität mit Dino Frisullo, in türkischer Haft wegen friedlichen Einsatzes für die Rechte der Kurden in der Türkei

Im März dieses Jahres war Dino Frisullo, Sekretär der Vereinigung "Senzaconfine", Sprecher des Antirassistischen Netzes und seit Jahren für die Rechte der Kurden der Türkei engagiert, mit einer Gruppe italienischer Pazifisten in die Türkei aufgebrochen. Sinn und Zweck dieser von zahlreichen Delegationen verschiedener europäischer Länder mitgetragenen Mission war die Teilnahme am Newroz-Fest, den kurdischen Neujahrsfeierlichkeiten, sowie die Prüfung der Menschenrechtslage in diesem Teil der Türkei, seit Jahren Schauplatz eines Kriegs gegen die kurdische Bevölkerung.

Am Samstag, 21. März 1998, hielt sich die italienische Delegation in Diyarbakir, der Hauptstadt Türkisch-Kurdistans auf, wo das Newroz-Fest auf Plätzen und Straßen von zehntausenden Kurden gefeiert wurde. Bereits gegen Ende der Feierlichkeiten bildete sich spontan ein Demonstrationszug, der von den türkischen Ordnungshütern sofort mit brutaler Gewalt zerschlagen wurde. Drei italienische Staatsbürger wurden von der Polizei abgeführt und in einer Kaserne festgehalten, wovon zwei wenige Tage später wieder auf freien Fuß gesetzt wurden. Dino Frisullo hingegen wurde in ein Hochsicherheitsgefängnis in Diyarbakir verlegt und wird dort mit der Beschuldigung, gegen Art. 312 (gegen die Einheit des Staates gerichtete Propaganda) verstoßen zu haben, in Isolationshaft gehalten.

In Wirklichkeit wird Frisullo aufgrund seines Engagements für das kurdische Volk, im besonderen aber aufgrund seiner Beteiligung am "Friedenszug" vom September 1997, welcher unzählige Pazifisten aus ganz Europa und Diplomaten verschiedener Länder nach Kurdistan führte, von den türkischen Behörden als "besonders gefährliches Subjekt" eingestuft. Die anläßlich des Friedensmarsches veranstaltete Pressekonferenz wurde von der türkischen Polizei durch die Erstürmung des Hotels gewaltsam beendet. Bereits damals wurde gegen Frisullo aufgrund seines Widerstandes gegen seine Verhaftung Anklage erhoben.

Dino Frisullo wird am 28. April 1998 in Diyarbakir der Prozeß gemacht. Ein Verfahren, das nicht mehr als eine Justizfarce sein wird und ein Angriff auf die gesamte italienische und europäische Solidaritätsbewegung mit dem kurdischen Volk. Zahlreiche Persönlichkeiten in Italien und Europa haben sich für die Freilassung Frisullos eingesetzt. Weder die öffentlichen Stellungnahmen des italienischen und europäischen Parlaments und der italienischen Regierung, noch die Intervention einer Gruppe von Parlamentariern in Diyarbakir selbst, die nicht einmal zum inhaftierten Frisullo vorgelassen wurden, konnten eine Änderung seiner Situation bewirken.

Die GfbV-Südtirol appelliert an alle Südtiroler Parlamentarier, an die politischen Parteien und Institutionen, bei der türkischen Regierung in Ankara und der türkischen Botschaft in Rom schärfsten Protest gegen dieses Vorgehen einzulegen und für die sofortige Freilassung von Dino Frisullo einzutreten.


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