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Bolzano, 5 novembre 1997


La disperazione dei profughi kurdi è anche colpa dell'Italia
L'Associazione per i popoli minacciati Internazionale invita o a Roma e Bonn a concedere asilo ai profughi kurdi per motivi umanitari.

L'arrivo di 796 profughi kurdi sulle coste pugliesi fa parte di una tragedia politica, che deve condurre il parlamento e il governo italiano ad agire con la massima urgenza. Da più settimane nel nord dell'Iraq come anche nel Kurdistan turco è guerra aperta con conseguenze disastrose per la popolazione civile. Nella parte meridionale del Kurdistan (l'ex zona di protezione ONU nel nord dell'Iraq) aerei da bombardamento turchi combattono le unità kurde. Questi aerei sostengono l'invasione delle truppe di terra, che mirano a un'occupazione permanente di questa ex-"Regione autonoma kurda" come zona cuscinetto. I bombardamenti sono diretti anche contro la popolazione civile: hanno distrutto interi villaggi e hanno causato molte vittime. Proprio da questa zona un grande flusso di profughi si è messo in marcia verso l'Europa occidentale. Secondo l'ufficio Kurdistan dell'ERNK di Roma in Grecia si trovano ancora 20.000 rifugiati kurdi pronti all'imbarco verso l'Italia.

Nel momento in cui gli USA stanno ponderando un nuovo attacco contro il regime iracheno, nè il Consiglio di sicurezza dell'ONU nè gli alleati della guerra del golfo procedono contro quest'aggravata violazione del diritto internazionale. Anche se il Kurdistan del sud è stato dichiarato come zona di protezione con divieto di sorvolo, i bombardamenti a tappeto dell'aeronautica turca rimangono indisturbati. Per questo motivo parte della responsabilità per l'ondata di profughi kurdi è anche degli alleati della guerra del golfo, che, come nel marzo/aprile del 1991, non mantengono i loro impegni verso la popolazione kurda.

Soprattutto non bisogna dimenticare la corresponsabilità dell'Italia per la repressione dei kurdi in Turchia. Le forniture di armamenti dell'Italia alla Turchia vengono fatte nonostante la legge 185 del 1990 proibisca la fornitura di armamenti in zone di crisi e a governi che non rispettano i diritti umani. Non esistono molti altri casi come quello turco, nei quali i fatti sono così evidenti. Inoltre gran parte delle mine anti-uomo, che da Saddam Hussein sono state disseminate nel nord dell'Iraq, sono state prodotte in Italia dalla ditta Valsella.

L'APM Internazionale oggi si è appellata ai governi di Roma e Bonn, perchè si conceda l'asilo ai profughi kurdi sbarcati in Puglia per motivi umanitari. Siccome una parte di questi profughi vuole continuare il suo viaggio verso i propri parenti e amici in Germania, l'APM ha pregato il governo tedesco a Bonn di concedere a queste famiglie l'ingresso in Germania come profughi di guerra e di accoglierle temporaneamente.


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