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Ladinia

Informazioni sulla realtà ladina

© Mateo Taibon

Indice

I territori ladini oggi | Storia | I territori ladini nelle Dolomiti | Lingua | Cultura | Ladinia oggi | Impressum


I territori ladini (retoromanzi) oggi: [ su ]

Carta linguistica dell'area ladina. Da: Walter Belardi, Breve storia della letteratura ladina. Grischuns
(Grigioni)
Dolomites
(Dolomiti)
Friûl
Friuli
Rumantsch
50.000
Ladin
30.000
Furlan
600.000 parlanti

L'area ladina o retoromanza è stata ridotta e poi suddivisa in tre aree distinte fra di loro che hanno di seguito avuto un proprio sviluppo linguistico: Canton dei Grigioni (Rumantsch), Dolomiti (Ladin) e Friuli (Furlan). Sono dialetti diversi di una sola lingua.

I Ladini delle Dolomiti abitano nelle cinque valli intorno all'imponente massiccio del Sella:
Val Badia con Mareo (Marebbe)
Gherdëina (Val Gardena)
Fascia (Val di Fassa)
Fodom (Livinallongo) con Col (Colle Santa Lucia) e
Anpezo

Il ladino è una lingua neolatina, nata con la romanizzazione delle Alpi, quando la popolazione retica adottò il latino volgare, cioè il latino popolare; sotto l'influenza delle particolarità della propria lingua (sintassi, fonetica, vocabolario) la lingua si sviluppa a lingua ladina (retoromanzo). La lingua ladina è l'evoluzione diretta del latino parlato dalla popolazione delle Alpi verso la fine dell'impero romano. La fine del retico nelle Alpi può essere paragonato alla fine del gallico in Francia.

I retoromanzi e i Rumeni sono gli unici che nella loro denominazione usano il nome di "Roma", gli abitanti della valle dell'Inn e delle Dolomiti addirittura vengono chiamati "Ladini", cioè Latini. Il termine retoromanzo spesso viene franinteso: Il ladino è una lingua neolatina, come p.e. anche il francese che può essere nominato "galloromanzo".
La lingua ladina è collocata circa a metà fra il francese e l'italiano. Altre lingue apparentate con il ladino sono l'occitano oppure il catalano.


Storia [ su ]
Ritrovamento sensazionale a 2800 metri: ossa di orsi. Copyright: Mateo TaibonRitrovamento sensazionale a 2800 metri: Ossa di orsi.

Nella caverna delle Conturines nel Fanes, a 2800 metri d'altezza, sono stati trovati numerose ossa di orso. L'età è compresa tra i 100.000 e i 40.000 anni. Gli orsi erano erbivori; a quei tempi dunque i pendii delle Conturines, oggi una fascia detritica, erano prati.

I primi insediamenti
L'insediamento delle valli ladine ha avuto inizio circa 9000 anni fa. A quei tempi i prati sotto il Pütia venivano frequentati da cacciatori e raccoglitori di frutti.
Nel 1987 sul Mondeval de Sora (2150 m, tra Col e Anpezo) è stato ritrovato lo scheletro di un capo della tribù con parecchi doni funerali, vissuto circa 8000 anni fa. Dal 1700 a.C. circa ci sono diversi insediamenti permanenti come Sotciastel (Badia) oppure Plan de Crepei (Fascia).

I Reti
Le popolazioni che abitano l'arco alpino nei secoli prima della conquista romana vengono generalmente denominati "Reti". Dal V secolo a.C. in poi essi sviluppano una cultura considerevole. Sulla provenienza dei Reti e sulla loro lingua non sappiamo quasi niente. Usano l'alfabeto etrusco e si distinguono dalle popolazioni che vivono più a nord.

Parole di origine retica:

Reto Tedesco Italiano
aisciöda Frühling primavera
barantl Legföre pino mugo
brama Rahm panna
ciaspes Schneereifen racchetta
cìer Zirbelkiefer cembro
dascia Fichtenzweig ramo di abete
dlasena Schwarbeere mirtillo nero
liösa Rodel slitta
morona Kette catena
nida Molke siero del burro
roa Mure frana
sala Rinnsal rigagnolo

Romanizzazione
Nel 15 a.C. le Alpi vengono conquistate dai Romani. La popolazione adotterà la lingua latina che, influenzata dalla propria lingua, si evolverà al ladino (retoromanzo).

Migrazioni
A causa delle penetrazioni dei Baiuvari e degli Alemanni da nord e dei Longobardi da sud nonché degli Slavi dall'Est il territorio ladino (che va dal Gottardo e dal lago di Costanza fino all'Adria) viene ridotto e diviso in tre aree linguistiche diverse e distinte. Nei secoli seguenti queste aree verranno ulteriormente ridimensionate.
600 ca. I Baiuvari conquistano Bolzano
800 ca. l'Alta Val d'Isarco e la zona di Bolzano sono ancora bilingui. Tracce di popolazioni ladine ci sono ancora a Regensburg, Monaco e Salisburgo.
Intorno all'anno 1000 l'intero Canton dei Grigioni è ancora romancio. Moltissimi toponimi della Svizzera dell'Est poi germanizzata sono testimoni del patrimonio culturale romancio.
Intorno al 1200 ca. due terzi del Sudtirolo odierno parlano il tedesco. Il ladino si parla non solo nelle valli ladine di oggi, ma anche a Funes, Castelrotto (ladino Ciastel), Fié, Tires, Ora e nella Val Venosta.

Medioevo
Nel 1027 il vescovo di Bressanone diventa principe-vescovo e ottiene il potere temporale. La Ladinia, con l'eccezione di Anpezo, fa parte del Tirolo. La destra orografica della Val Badia è sottomessa al Convento delle Benedittine di Castel Badia, che dà pur il nome alla valle.

Lingua
I Ladini delle Dolomiti non ottengono alcuna possibilità di sviluppare strutture comuni; i centri amministrativi sono fuori dalle valli, l'amministrazione viene svolta in tedesco. Vengono tedeschizzati anche i toponimi ladini. La classe dirigente tedesca considera la propria lingua come più pregevole.

Anpezo: Repubblica sociale
Anpezo e il Cadore fanno parte del Patriarcato di Aquileia e godono di un'ampia autonomia amministrativa (statuti).
Con la fine del Patriarcato (1420) Anpezo diventa territorio veneziano, nel 1511 viene conquistata dall'imperatore Massimiliano. Da ora in poi per secoli farà parte del Tirolo.

In questo periodo ci sono diversi scontri armati. Così i Veneziani nel 1487 mandano stratioti (soldati musulmani) a Marebbe. A 42 marebbani viene tagliata la testa. Al prossimo attacco le cose sono diverse: i marebbani circondao i 300 stratioti, gli ammazzano tutti tranne che uno, a cui tagliano il naso e una mano e gli cavano un occhio per rimandarlo verso Venezia come ammonimento. Cosí almeno racconta la narrativa popolare. Il popola racconta anche un'altra storia, ancora oggi: I soldati veneziani nella Val di Rudo (fra Al Plan/San Vigilio e Pederü) giocavano a birilli con le teste dei marebbani massacrati. Sotto la luna piena ...
Quando Massimiliano diventa imperatore, vuole togliere a Venezia non soltanto anpezzo, ma anche il Cadore e il Friuli. Le truppe di Massimiliano nel febbraio del 1508 avanzano fino a Pieve di Cadore; al ritorno però vengono assalite di sorpresa dalle truppe veneziane, che hanno fatto il giro sui passi nevicati. Le truppe imperiali subiscono una sconfitta lacerante. Nel 1511 Massimiliano utilizza una nuova generazione di armi per l'assalto: l'artiglieria, Così riesce a conquistare Anpezo, che rimarrà con il Tirolo e con l'Austria fino al termine della Prima guerra mondiale (soltanto nel corso delle guerre napoleoniche per tre anni Anpezo insieme a Fodom e Fascia viene aggregato al Regno d'Italia.

Anpezo finanzia i lavori pubblici e le tasse governative con la vendita del legname. Possiede un granaio comune: Il grano viene acquistato all'ingrosso e venduto ai cittadini al prezzo d'acquisto.

Controriforma
Nel 1607 nel corso dei movimenti riformisti cattolici viene fondato il seminario a Bressanone con l'obiettivo di sottrarre all'influsso luterano le terre tedesche. Le valli ladine otterranno finalmente più parroci che parlano la lingua ladina. Diverse volte i paesi ladini avevano chiesto al vescovo preti che parlassero la loro lingua.

Riduzione dell'area linguistica XVII
All'inizio del XVII secolo il ladino si parla ancora nella frazione di Castelrotto San Michele, a Neva Ladina (Nova Levante). Ladini sono la Val di Fiemme, il Cadore, Zoldo, Agordo.
Ladina è l'Alta Val Venosta, che nel XVII secolo viene germanizzata con il divieto dell'uso della lingua ladina e delle tradizioni ladine. Oltre il confine svizzero (Müstair) la popolazione ancora oggi parla ladino.

Marienberg. Copyright: Mateo TaibonGermanizzazione della Val Venosta tramite il divieto della lingua. Un capitolo taciuto della storia tirolese
Una delle ultime zone oggi non ladine che passarono all'uso della lingua tedesca fu l'Alta Val Venosta. Non è stato un passaggio volontario dal ladino alla nuova lingua, ma è stata un'assimilazione forzata che nella storiografia tirolese non viene citata e approfondita volentieri, anzi, spesso viene taciuta. La storiografia tirolese era intenta soprattutto all'illustrazione della lunga storia della cultura tedesca nel Sudtirolo dalla conquista dei baiuvari in poi. Anche oggi questo intento non sembra poi tanto lontano. Nel 1400 e 1500 il romancio era l'unica lingua usata presso il tribunale di Glorenza. Questo è un segno inconfutabile che la popolazione era romancia e tutt'inpiù monolingue. C'erano fino a quei tempi molto contatti culturali, sociali, umani con i vicini di Müstair e dell'Engiadina, che parlavano la stessa lingua, ciò che ha lasciato diverse tracce nella cultura locale (architettura, toponomastica). La Val Venosta inoltre apparteneva alla diocesi di Coira.
Intorno al 1600 il romancio nella Val Venosta è circa come quella del ladino oggi in Val Gardena, dunque abbastanza forte. Fino al 1620 circa il convento di Santa Maria chiamava i cappuccini da Müstair per farli predicare in romancio. Uno storico scrive nel 1898: "La valle di Maces (presso Malles) nel 1600 era pure ancora romancia, ancora un secolo dopo nell'Alta Val Venosta il romancio veniva ancora usato molto. È già stato illustrato che Tubres nella Val Monastero è passato all'uso del tedesco soltanto circa 70 anni fa, mentre nel vicino Müstair (in Svizzera) viene parlato ladino ancora oggi. Anche a Stelvio all'inizio del 19esimo secolo c'era ancora gente che parlava il ladino. (Wilhelm Rohmeder, Das deutsche Volkstum und die deutsche Schule in Südtirol, Wien 1898) "Tubres è stato liberato dalla lingua romancia soltanto dopo il 1750", sta scritto in un vecchio libro di storia. L'uso del termine "liberato" (tedesco: geräumt) è corretto: Infatti, la lingua romancia venne spazzata via da un divieto di usare la lingua. Per riunioni venne prescritta la lingua tedesca, la lingua ladina invece proibita, come venne proibita l'assunzione di personale romancio, come vennero proibite le usanze romance, e proibiti vennero pure i matrimoni con romanci. Il promotore principale di tali azioni era l'abate del Convento di Santa Maria, Mathias Lang, famigerato per il suo fanatismo. Ha poca importanza che il movente per il divieto della lingua ("selvaggio romancio", si era anche detto) fosse stato dettato dalle paure di essere invasi da idee protestante: Quando chi comanda non capisce la lingua dei sudditi, l'uso di tale lingua viene criminalizzato.
Così l'Alta Val Venosta è stata germanizzata. Nonostante i metodi addottati, metodi che indicano quelli usati poi nel 20esimo secolo per l'assimilazione delle minoranze, l'estinzione della lingua ladina non ebbe un così rapido successo. Ancora negli anni 20 del 19esimo secolo vivevano - così raccontano glottologi - Romanci nell'Alta Val Venosta. Testimonianza dell'eredità ladina sono oggi parecchie espressioni, rimaste vive nel dialetto tedesco della zona, nonché molti toponimi.

Tedeschizzazione dei nomi
Molti cognomi ladini oggi hanno desinenze tipicamente tedesche - sono stati germanizzati sistematicamente; il torto non è mai stato rimediato. La storiografia tedesca rammenta frequentemente l'italianizzazione dei cognomi tedeschi da parte del fascismo. Spesso però si vuol dimenticare la germanizzazione di molti cognomi ladini. Vennero fatte di un nome anche diverse versioni tedesche. I cambiamenti vennero fatti nell'amministrazione pubblica, c'era l'usanza di far suonare i nomi alla tedesca, facendoli terminare in -er oppure tracudendoli. Si trovano esempi su documenti dal 1700 in poi. Pare che l'imperatrice Maria Theresia abbia emanato una specie di decreto segreto che prevedeva tale tedeschizzazione dei cognomi.

Alnëi Alneider, Erlacher | Aiarëi Agreiter | Alfarëi Alfreider | Biëi Willeit | Brocia Nagler | Ciampac Kompatscher | Ciampëi Kompeiter | Ciampidel Kampideller | Ciampló Complojer | Cianacëi Kanetscheider | Cianëi Kaneider | Cianoré Konrater | Ciaslat Kasslatter | Ciastel Kasteller | Ciolá Kelderer | Col Pichler | Colac Goller | Corjel Koriseler | Corterëi Kortleiter | Costa Kostner | Costacia, Costata Kußtatscher | Costalungia Kastlunger | Costijela Costiseler | Derü Bacher | Dôs Dasser/Tasser | Elemunt Elemunter | Frena, Freina, Frines, Frenes Frenner | Furcia Furgler | Granruac Großrubatscher | Grones Grunser | Larcenëi Lardschneider | Melaun Melauner | Mongüc Mangutscher | Mureda Moroder | Mus Mussner | Pardac Pardatscher | Pecëi Pitscheider, Feichter | Pedraces Pedratscher | Peraforada Palfrader | Pescol Pescoller | Picolruaz, Piceruac Kleinrubatscher | Pinëi Pineider | Plan Planer, Ploner | Planac Planatscher | Plaza Gasser | Pradac Pradatscher | Pré Wieser | Rives Rifesser | Roncac Rungatscher | Ruac, Robac, Ruacia Rubatscher, Robatscher, Ruazzi | Runch Rungger, Ronchi | Somür Untermauern | Sorá Solderer | Soraru Oberbacher | Soratrú Oberweger, Obwegs, Obex | Sorega Überwasser | Sottrú Unterweger | Stufles Stuflesser | Tornarecia Turnaretscher | Trebe Tröbinger | Troi Troier | Val Thaler | Valacia Flatscher | Valgiarëi Fogereiter | Zanon Senoner, Sanoner.

Nazionalismo nel XIX secolo
Nel XIX secolo il nazionalismo nel Tirolo tenta di tedeschizzare i Ladini: L'unica lingua nella scuola, nella chiesa e nella vita pubblica deve essere il tedesco. Popolazione e Chiesa si oppongono decisamente ("Enneberger Schulstreit", 1873)
Un altro tentativo massiccio di germanizzare i Ladini viene fatto nel 1916. Questa volta si vuole assimilare innanzi tutto la Val Badia. Nelle scuole e nelle chiese deve essere usato soltanto il tedesco. Deve essere evitato il termine "germanizzazione", dice il relativo decreto ...

Coscienza ladina
Nel XIX secolo nasce una coscienza nazionale ladina diffusa. Esiste da tempo la convinzione che il ladino è una lingua propria.
Nel 1870 presso il seminario a Bressanone nasce l'unione "Naziun Ladina"
Nel 1905 ad Innsbruck viene fondata la "Uniun Ladina". Vengono pubblicati i primi giornali ladini e i "calëndri" (calendari-cronaca).

Prima guerra mondiale
Durante la guerra il fronte passa in mezzo alla Ladinia (Cristallo, Tofanes, Col de Lana, Marmolada). Fodom (Livinallongo) viene diviso in due. Le truppe italiane occupano Anpezo nonché la parte di Fodom che le truppe austriache avevano abbandonato per motivi strategici. In seguito le truppe austriache sparano granate su Fodom (sui loro stessi paesi e sulla propria popolazione dunque) a causa della presenza delle truppe italiane. La Plié (Pieve) viene distrutta completamente. In Fodom vengono abbattute 301 case (fienili non inclusi), ne rimangono soltanto 55. A molti Fodomi non rimane che la fuga - fino in Boemia e negli Abruzzi, ma anche nelle valli vicine.

Italia
Bandiera ladinaNel 1919 La Ladinia con il Sudtirolo viene aggregata all'Italia. I Ladini chiedono unitamente di rimanere con l'Austria nonché il riconoscimento come gruppo etnico (non concesso sotto l'Austria), l'autonomia politica e la tutela della lingua ladina:
"Noi Ladini non siamo una minoranza italiana nel Sudtirolo, come i signori a Trento vanno a raccontare al governo italiano e al mondo intero - ma siamo un popolo proprio e libero, il più antico dei popoli del Tirolo".

Il fascismo dichiara il ladino dialetto italiano
È un'asserzione in netta contraddizione con le più prestigiose ricerche linguistiche. Fino ad oggi in certi ambienti è rimasta la convinzione che il ladino sia un dialetto alpino italiano e non una lingua propria. Per arrivare a tale conclusione bisogna interpretare in maniera un po' particolare le analisi glottologiche. Come spiegare p.e. il -s del plurale nel ladino, particolarità che non si trova in nessun dialetto italiano? O anche il -s della seconda persona del verbo (p.e. te dijes - tu dici). Se dunque il ladino è un dialetto e non una lingua, allora semmai sarebbe un dialetto francese ...
Fu proprio in questo periodo di attacco all'esistenza stessa del ladino che la popolazione svizzera dichiarò, in un referendum dichiarò, a grandissima maggioranza, il romancio quarta lingua nazionale.
Uno degli oppositori di spicco alla teoria di ladino dialetto italiano fu Pier Paolo Pasolini: "Lingua ladina dunque", scrive il grande intellettuale e poeta, "non dialetto alpino".

Nel 1920, durante un incontro di esponenti ladini, nasce la bandiera ladina: Azzurro per il cielo, bianco per le montagne coperte di neve, verde per i prati: Un simbolo del paesaggio dolomitico.

Cartina amministrativa della Ladinia1923 La Ladinia viene tripartita amministrativamente:
Anpezo e Fodom con Col vengono aggregati alla provincia di Belluno, nel 1927 la Val Badia e Gherdëina vengono aggregate alla nuova provincia di Bolzano, Fassa rimane con la provincia di Trento.
L'obiettivo della tripartizione è la rapida assimilazione dei Ladini.
L'ingiustizia della tripartizione fascista - la più grande ingiustizia mai inflitta ai Ladini - è tuttora in vigore; le maggioranze delle tre province, dove vivono Ladini, non hanno l'intenzione di rinunciare alla possibilità di determinare il destino dei "loro" Ladini, non rinunciano alla subordinazione istituzionale dei Ladini. Nel 1964 la chiesa adegua i confini diocesani ai confini politico- amministrativi, completando così la tripartizione.
Nel 1939 alle opzioni i Ladini delle province di Bolzano e Belluno vengono classificati come "allogeni" e devono optare, assieme ai Tedeschi del Sudtirolo, sebbene dal fascismo il ladino sia stato dichiarato "dialetto italiano". Ovviamente il fascismo non crede alla sua teoria.

Dopo la guerra
Nel 1946 al Passo Sella circa 3000 Ladini manifestano contro la tripartizione, chiedendo la riunificazione e più diritti per la comunità linguistica ladina. Gran parte dei diritti fino ad oggi non sono stati concessi. Nel 1996 al Passo Sella è stata commemorata la grande protesta del 1946 - la tripartizione vige tuttora.
Per il fatto che la Ladinia durante l'occupazione nazista era unita nella zona di operazione Alpenvorland, da parte italiana coloro che, nel dopoguerra, chiedono la riunificazione dei Ladini vengono calunniati come "filonazisti". Nel dopoguerra ha inizio sia da parte italiana, sia da parte tedesca la calunnia e in diversi casi la criminalizzazione dei Ladini che s'impegnano per i diritti della loro comunità linguistica.

Continua l'assimilazione
Nelle valli ladine delle altre province dopo la guerra viene reintrodotta la scuola puramente in lingua italiana; nelle valli ladine della provincia di Bolzano ci sono tentativi massicci di ristabilire la scuola puramente in lingua tedesca. Con particolare accanimento viene combattuto l'inserimento della lingua ladina nelle scuole. Spesso viene dichiarato che la lingua ladina non abbia la dignità per essere insegnata nelle scuole. In questa battaglia - una vera battaglia ideologica che si riaggancia ai tentativi di assimilazione del 1916 e all'esclusione delle lingue di minoranza dalle scuole nel ventennio fascista - si distingue la neofondata SVP. I sostenitori dell'insegnamento del ladino sono esposti a denigrazioni (come se impegnarsi per l'insegnamento della lingua madre nelle scuole fosse un reato politico). L'accanimento contro l'insegnamento della lingua ladina perdurano fino al giorno d'oggi.
1948 Con un decreto del Ministro all'Istruzione Pubblica nelle valli ladine del Sudtirolo viene introdotta la scuola paritetica. Il ministro, con una decisione salomonica e lungimirante, pone fine alle querele sulla scuola ladina. Da parte di fanatici vengono boicottate le lezioni di ladino. Per l'ostinatezza degli avversari del ladino viene però estromessa la sillabazione in lingua ladina.
Dopo le prime diffidenze verso il nuovo sistema scolastico gran parte della popolazione riconosce il valore del sistema. Ci saranno tuttavia attacchi da parte di chi vuole una scuola puramente in lingua tedesca.

1950 ca. le diverse "Union di Ladins" si uniscono nella "Union Generela di Ladins dla Dolomites", unione culturale federativa di tutti i Ladini delle Dolomiti. Rimane fino ad oggi l'unica organizzazione che supera i confini interladini instaurati dal fascismo. L'Union Generela viene osteggiata dalle maggioranze delle singole province (l'impegno per tutti i Ladini spesso viene visto come tradimento, indipendentismo); solo a Roma viene riconosciuta come interlocutore per le questioni ladine. Gran parte delle conquiste culturali e legislativi per i Ladini sono da attribuirsi all'impegno dell'Union Generela.
1954 La Union Generela di Ladins dla Dolomites costruisce la "Cësa di Ladins", casa di cultura ladina a Urtijëi. Die Cësa di Ladins ist heute Sitz der Wochenzeitung "Usc di Ladins", der "Union di Ladins de Gherdëina" e del progetto di pianificazione linguistica "spell".
1964 Roma è disposta a concedere ai Ladini del Sudtirolo un proprio collegio elettorale. Bolzano però impedisce tale diritto.
1972 Il secondo Statuto di autonomia contiene diverse norme di tutela per i Ladini, allo stesso tempo però sancisce diverse discriminazioni.
1973 Viene fondato il gruppo politico ladino sopraregionale, che solo in Fassa si presenta alle elezioni regionali. I grandi partiti delle singole province fanno di tutto per soffocare il movimento. Indipendenza ladina, anche se pur minima, dalle maggioranze viene combattuto come uno spettro.
Anni 70: La maggioranza tedesca del Sudtirolo fa nuovi tentativi di germanizzare le scuole nelle valli ladini. La Corte costituzionale blocca il tentativo di assimilazione (1976)
1975 Fondazione dell'Istitut Cultural Ladin "Majon di Fascegn" (Vich de Fascia)
1975 Fondazione dell'Intendenza Ladina (Bolzano)
1976 Fondazione dell'Istitut Cultural Ladin "Micurà de Rü" (San Martin de Tor)
1977 Comprensorio Ladino per Fascia: I Ladini fassani ottengono il riconoscimento territoriale (nel Sudtirolo manca tuttora).
1978 Fondazione della "Comunanza Ladina a Bulsan",
1983 Il gruppo politico ladino in Val di Fassa prende il nome di Union Autonomista Ladina (UAL) e con Ezio Anesi ottiene il primo consigliere provinciale a Trento.
1987 Fondazione dell'Istituto Pedagogico Ladino (Bolzano)
1989 Viene istituito il Tribunale Amministrativo Regionale a Bolzano (TAR). Sebbene debba esprimersi anche sul trattamento equo del gruppo etnico ladino, i Ladini sono esclusi per legge dal TAR.
1989 Per l'impegno dell'Union Generela (a Bolzano ci sono parecchie resistenze contro la norma) la lingua ladina diviene lingua amministrativa nei comuni ladini del Sudtirolo. Fuori da questi comuni i Ladini devono scegliere fra il tedesco e l'italiano, mentre Tedeschi e Italiani nell'intera provincia hanno il diritto all'uso della propria lingua.
1992 Ezio Anesi (UAL, Fascia) è il primo Ladino eletto nel Parlamento a Roma.
1993 In Val di Fassa il ladino diviene lingua amministrativa.
1993 Fondazione del partito autonomo ladino "Ladins". Il nuovo partito, accolto con stupore da parte della politica e dei mass media, ottiene il successo elettorale e per due legislature, con Carlo Willeit, rappresenta i Ladini in consiglio provinciale. Dal partito di maggioranza e dei mass media ad esso legati parte una campagna denigratoria e criminalizzante senza pari dei "Ladins" che non è degna di una democrazia. Sul diritto di ogni minoranza di essere rappresentata nelle istituzioni democratiche con un partito autonomo (diritto che i Tedeschi dell'Alto Adige hanno sempre chiesto ad alta voce per la propria minoranza) viene calpestato, a dimostrazione del nazionalismo tedesco in Alto Adige che frequentemente si arroga la denominazione di "tutela della minoranza".
1998 La maggioranza nel Consiglio regionale delibera una legge elettorale che tramite una soglia elettorale vieta di fatto partiti autonomi ladini. A seguito di un ricorso del consigliere regionale ladino la legge viene clamorosamente respinta dalla Corte costituzionale perché antiminoritaria.

2000 Viene modificato lo Statuto d'autonomia. Ai Ladini della provincia di Trento viene concesso un collegio elettorale, ai Ladini della provincia di Bolzano (ca. il doppio di parlanti) invece tale diritto rimane negato con una serie di pretesti. I Ladini della provincia di Bolzano ottengono la possibilità di entrare nella giunta provinciale - ma soltanto se la maggioranza è d'accordo e non con un rappresentante democraticamente eletto. Gli altri due gruppi etnici hanno il diritto di essere nella giunta, i Ladini no: i diritti dei Ladini sono subordinati alla maggioranza, o meglio, al partito di maggioranza. Comprensibile che questo partito parli di "grande passo in avanti". Mentre la legge, nero su bianco, sia in verità tutt'altro. Meno comprensibile che molti mass media copino la propaganda partitica senza la minima analisi critica. I Ladini dunque possono essere rappresentati nella giunta provinciale di Bolzano se la maggioranza è d'accordo. Finora i Ladini erano addirittura esclusi per legge. Fa' eccezione soltanto il caso, dove due Ladini vengono eletti in seno al Consiglio provinciale (solo in questo caso, a causa dell'onnipotente regolamento proporzionale, i Ladini hanno il diritto ad un seggio in giunta). La legge elettorale però è fatta in modo che finora in Consiglio provinciale c'era sempre un solo ladino. "Due" i Ladini erano soltanto una volta: quando Alexander Langer, protestava contro l'obbligo di dichiarazione di appartenenza etnica, aprendo così la porta della giunta provinciale all'esponente ladino della SVP (ottenendo in compenso insulti). La maggioranza con la riforma dello statuto inoltre si prende il diritto di chiamare in giunta provinciale persone non elette. "Chiamata dall'esterno" è il termine che evita ovviamente il termine "non eletto" o "non democratico". I diritti in più per la SVP vengono elogiati come diritti per i Ladini. Il testo di legge però dice il contrario - nero su bianco. La SVP chiama dall'esterno un esponente del partito che non era stato eletto (e che nemmeno si era presentato a delle elezioni): Florian Mussner, che diventa assessore per le costruzioni pubbliche e per la cultura ladina (una combinazione molto convincente). E mentre il rappresentante eletto dei Ladini, Carlo Willeit, non viene riconosciuto tale, il non eletto Florian Mussner viene presentato in giro quale "rappresentante dei Ladini" - un concetto in verità piuttosto strano di democrazia e tanto più di tutela della minoranza. L'assessorato - e dunque i mezzi pubblici - da Florian Mussner e dalla SVP vengono ampiamente sfruttati per la propaganda (elettorale): visita dopo visita, inaugurazione dopo inaugurazione (anche pochi giorni prima delle elezioni) per essere presenti pubblicamente e nei mass media. Vengono registrate anche telefonate a giornalisti.

2003 Florian Mussner viene eletto in consiglio provinciale, la Lista Ladins rimane fuori. Con Florian Mussner ci sono regressi significativi nella politica culturale ladina.

2003 con un decreto della giunta provinciale viene bandito dall'amministrazione pubblica la lingua unitaria "ladin standard" - un vero e proprio divieto. La linguistica intera indica nella standardizzazione della lingua ladina una condizione irrinunciabile per la sopravvivenza di questo gruppo etnico. La provincia di Bolzano vieta questo strumento di sopravvivenza. E parla fariseicamente della tutela della minoranza. www.noeles.net - il primo e finora unico portale news ladino viene messo online nel 2002. Il sito viene curato dalla Uniun Scriturs Ladins Agacins (USAL) che cura anche la pagina ladina dell'Alto Adige (pagina che esce ogni martedì). Per le critiche espresse nei confronti di Florian Mussner - innanzi tutto riguardante il decreto di divieto del ladin standard, alla USLA vengono tolti i contributi. Dunque: la politica cerca di annientare le voci critiche.


Il territorio ladino nelle Dolomiti [ su ]
I Ladini delle Dolomiti abitano nelle cinque valli intorno all'imponente massiccio del Sella:
- Val Badia con Mareo (Marebbe)
- Gherdëina (Val Gardena)
- Fascia (Val di Fassa)
- Fodom (Livinallongo) con Col (Colle Santa Lucia) e
- Anpezo

Viene considerato parte della Ladinia anche il Comelico. È elemento di giuntura fra il ladino delle Dolomiti ed il friulano. In parte un corpo linguistico ladino lo hanno anche le parlate della Val di Non e della Val di Sole (Trentino), parlate fortemente penetrate da elementi lombardi e trentini. Da alcuni anni si parla dell'identità linguistica di queste due valli non solo a livello glottologico, ma anche a livello politico e culturale. Una delle richieste avanzate è che i "Nonesi" e "Solandri" possano dichiararsi ladini nel censimento. Nonesi e Solandri dal punto di vista della lingua comunque sono più vicini al ladino grigionese che al ladino delle Dolomiti.

Saslonch (Sassolungo). Copyright: Mateo Taibon
Le Valli Abitanti
Gherdëina 9367
Val Badia 9226
Fascia 8621
Anpezo 6988
Fodom 2053
Totale 38255
Comuni m. Abitanti
Cortina 1211 6988
Urtijëi 1236 4073
Badia 1330 2722
Mareo 1193 2574
Moena 1184 2567
Sëlva 1563 2385
Cianacei 1468 1730
Poza 1325 1668
Santa Cristina 1428 1642
San Martin de Tor 1125 1495
Fodom 1475 1443
Corvara 1568 1236
La Val 1353 1199
Vich 1382 936
Ciampedel 1448 708
Col 1453 610
Soraga 1207 590
Mazin 1372 422

Le frazioni ladine Bula, Runcadic e Sureghes (1267 abitanti) fanno parte del comune di Castelrotto (Ciastel).

Sas dla Crusc (Hl. Kreuzkofel, Val Badia). Copyright: Mateo Taibon
La Pli (Pieve di Marebbe). Copyright: Mateo Taibon
Cime m.
Marmolèda/Marmolada 3342
Antelao 3263
Tofana de Meso 3244
Civetta 3220
Gran Vernel 3210
Sorapiss 3205
Saslonch 3181
Pelmo 3168
Piz Boè 3152
Croda Rossa 3146
Piz dles Conturines 3064
La Varella 3055
Sas Rigais 3025
Passi m.
Pordoi 2242
Sela 2240
Frea (Passo Gardena) 2137
Ciaulonch (Campolongo) 1875
Valparola 2192
Fauzorego (Falzarègo) 2105
Fedaia 2057
Pas de Mont (Costalunga) 1745
Börz (Passo delle Erbe) 2004
Giau 2236
La val de Mareo (La Valle di Marebbe). Copyright: Mateo Taibon

Dati da: Roland Verra, Hans Rabanser: Ladinia. Bolzano: Athesia 1997


Lingua [ su ]

Formazione & varianti del ladino

Il ladino è una lingua neolatina, nata con la romanizzazione delle Alpi, quando la popolazione retica adottò il latino volgare, cioè il latino popolare; sotto l'influenza delle particolarità della propria lingua (sintassi, fonetica, vocabolario) la lingua si sviluppa a lingua ladina (retoromanzo).
La lingua ladina è l'evoluzione diretta del latino parlato dalla popolazione delle Alpi verso la fine dell'impero romano.

I retoromanzi e i Rumeni sono gli unici che nella loro denominazione usano il nome di "Roma", gli abitanti della valle dell'Inn e delle Dolomiti addirittura vengono chiamati "Ladini", cioè Latini. Un protoladino potrebbe aver preso corpo intorno al 700-800 (come avvenne per altre lingue neolatine). La lingua è collocata circa a metà fra il francese e l'italiano. Altre lingue apparentate con il ladino sono l'occitano oppure il catalano.

Particolarità del ladino
- Palatalizzazione della c e della g davanti alla a, come ciaval (ital. cavallo, vedi francese cheval); giat (gatto) etc.
- Plurale con desinenza -s (ci sono anche altre forme di plurale), p.e. ciases (case), cians (cani)
- 2a persona del verbo con -s (te ciantes = tu canti)
- Mancanza del nuovo condizionale ( portarava, -aría; porterebbe); viene usato, come nel latino, il congiuntivo imperfetto.
- Mantenimento dei gruppi di consonanti PL, BL, FL, CL, GL (p.e. plajëi, ital. piacere, oppure flé (fiato)
- Perdita dei vocali finali non accentati -o e -e (tet - tetto, man - mano) al termine delle parole
- Ci sono diverse particolarità della sintassi e del vocabolario. Sono state trasmesse nel ladino parole preromane (retiche).

Gli idiomi ladini
Gherdëina
Badiot con Mareo
Anpezan
Fodom
Fascian (brach, cazet, moenat)

Padre nostro

mareo/badiot
Nosc Pere dl Cil,
al sides santifiché to inom,
al vëgnes to rëgn,
tüa orentè sides fata,
sciöche al cil insciö söla tera.

gherdëina
Pere nost, che t'ies en ciel,
sibe santificà ti inuem,
vënie ti rëni,
sibe fata ti ulentà,
coche en ciel enscì en tiera.

fascian
Père nosc che te es sun ciel, sie fat sent to inom,
fa che vegne to regn,
to voler sie semper respetà, tant sun ciel che su la tera.

fodom
Pere nost che t'es sun paradìsc, benedët l é l tuo inom,
resta con nos,
che sarà fat ci che te vos,
sun ciel e su la tiera.

ampezan
Pare nosc, che te stas su in zielo,
sée fato santo el to gnon,
viene el to regno,
sée fato chel che te vos tu,
tanto in zielo che su ra tera.

Viene considerato parte della Ladinia anche il Comelico. È elmento di giuntura fra il ladino delle Dolomiti ed il friulano. In parte un corpo linguistico ladino lo hanno anche le parlate della Val di Non e della Val di Sole (Trentino), parlate fortemente penetrate da elementi lombardi e trentini. Da alcuni anni si parla dell'identità linguistica di queste due valli non solo a livello glottologico, ma anche a livello politico e culturale. Una delle richieste avanzate è che i "Nonesi" e "Solandri" possano dichiararsi ladini nel censimento. Nonesi e Solandri dal punto di vista della lingua comunque sono più vicini al ladino grigionese che al ladino delle Dolomiti.

Il ladino e le altre lingue neolatine
Il termine retoromanzo viene frequentemente frainteso: Il ladino è una lingua neolatina come il francese (che potrebbe essere chiamato "galloromanzo").

Stereotipi
Il ladino ha pochissime parole
Il ladino ha molte parole. Il nuovo vocabolario badiot-tedesco ha 36.000 lemmi tedeschi con 78.000 corrispettivi ladini.

Il ladino non ha neologismi
Ci sono parecchi neologismi. Per il fatto che la lingua viene insegnata pochissimo nelle scuole e ha poco spazio nei mass media, l'adottamento comune può durare molto più a lungo che nelle altre lingue.

I neologismi fanno ridere
I neologismi ladini non si distinguono dai neologismi di altre lingue: all'inizio spesso sembrano strani, poi invece sembrano naturalissimi. Termini come nodadoia (piscina), furnadoia (funivia), brujadoia (inceneritore) o sarenara (depuratore) si sono diffusi tra la gente.

Il ladino è una lingua mista
Il ladino è una lingua neolatina che, come tutte le lingue del mondo, ha preso parole in prestito dalle lingue vicine. Il problema specifico dei Ladini è che la lingua a scuola la imparano poco o niente e che nel parlare così usano non poco parole tedesche e italiane al posto di quelle ladine. È una prova non della presunta povertà della lingua, ma del fatto che la mancanza di insegnamento porta una comunità linguistica all'annientamento.

I Ladini non si capiscono tra di loro
La differenza tra gli idiomi ladini è piccola, la compattezza del ladino è molto alta. Chi conosce bene un idioma non ha problemi con altri idiomi.

Ladin dolomitan
La suddivisione del ladino dolomitico in cinque (se non sei, sette o otto) idiomi scritti presenta svantaggi notevoli.

"Ladin dolomitan" è la lingua scritta dei Ladini delle Dolomiti; viene compilata dal progetto di elaborazione linguistica "spell". "spell" sta per "servisc de planificazion y eleborazion dl lingaz ladin" (servizio di pianificazione ed elaborazione della lingua ladina).

Il Ladin dolomitan è una forma standardizzata del ladino per l'uso scritto.
Già nel lontano 1833 Micurà de Rü (Nikolaus Bacher) aveva lanciato l'idea di una forma scritta per tutti i Ladini delle Dolomiti.

Perché una lingua scritta?
- Ogni lingua ha bisogno di pianificazione linguistica. È vantaggioso eseguire la pianificazione per tutti gli idiomi insieme.
- Il ladino è lingua amministrativa. Una forma per tutti i ladini è necessaria. Non ci si può aspettare che vengano usate tutte le varianti del ladino scritto (a parte il fatto che proprio la mancanza di una forma standard viene spesso assunto come pretesto per non applicare il ladino).
- Per i neologismi, irrinunciabili in ogni lingua, è indispensabile un agire comune per creare sinergie. Nessuna lingua si concede il lusso di creare neologismi nelle diverse varianti dialettali - tantomeno questo lusso se lo può permettere una comunità linguistica di minoranza.
- L'esperienza ha evidenziato che il consolidamento e il potenziamento dell'uso del ladino dipendono non esclusivamente, ma principalmente dalla disponibilità di una forma scritta unica per tutti gli idiomi.

La forma
Il Ladin dolomitan è una forma standard del ladino che tiene conto degli idiomi. Il metodo consiste nello scegliere dalle diverse varianti del ladino quelle forme che hanno una maggioranza. Si fa una scelta esclusivamente tra forme già esistenti del ladino, non vengono create nuove forme, non c'è nessuna costruzione "artificiale".
Ladin dolomitan è il maggior comune denominatore degli idiomi.

- Il Ladin dolomitan non soppianterà i singoli idiomi, come spesso è stato affermato, ma al contrario rinforzerà gli idiomi con la pianificazione linguistica comune. Il Ladin dolomitan sarà da applicare dove ci si rivolge ai ladini di più vallate (oggi in questi casi viene in gran parte usato il tedesco o l'italiano, ma non il ladino).
- Molte lingue scritte d'Europa sono nate nello stesso modo: dalla necessità di creare una forma di comunicazione che possa essere capita da un gran numero di persone. Ogni lingua scritta è nata da compromessi.
- Ladin dolomitan è una lingua per la scrittura e la lettura. Ognuno può pronunciarla come usa pronunciare il proprio idioma. Un badiot p.e. può pronunciare "dur" come "dür", "mur" come "mür" ecc.
- Il Ladin dolomitan non deve essere imparato: Chi conosce un idioma ladino capisce la lingua scritta. Il ladin dolomitan deve essere imparato soltanto da chi che per professione deve redigere i testi scritti nella forma standard.

Esempio analogo: Rumantsch Grischun
La lingua scritta dei Romanci nella Svizzera, il Rumantsch Grischun, è stata creato secondo lo stesso principio del Ladin dolomitan.
Il romancio con l'introduzione della lingua scritta ha conquistato un nuovo prestigio e nuovi campi di applicazione. Grazie alla lingua scritta il romancio viene usato in nuovi campi che prima erano riservati al tedesco, francese ed italiano.
Una rivalutazione simile della lingua è necessaria per rendere possibile la sopravvivenza della lingua ladina.


Cultura [ su ]

Tradizione orale - Il mondo dei misteri: Le Leggende
Della storia della cultura fanno parte non solo i documenti scritti, ma anche la tradizione orale. Nel corso di una rivalutazione generale della cultura popolare - saghe, leggende, canzoni, proverbi - la tradizione orale venne raccolta anche presso il piccolo popolo dei Retoromanzi.

Presso i Retoromanzi dei Grigioni Caspar Decurtins (1855-1916) è stato il primo a raccogliere il patrimonio culturale trasmesso oralmente. Nel 1887 esortò la popolazione a sostenerlo nella sua impresa. Riscosse un successo grandissimo, il materiale raccolto venne pubblicato in ben 14 volumi. La mole del materiale favolistico retoromanzo complessivamente raccolto fino al 1973 supera di oltre il doppio quello delle tre altre comunità linguistiche svizzere.

I Ladini dolomitici dispongono della più famosa raccolta di leggende, redatta da Karl Felix Wolff e pubblicata per la prima volta nel 1905: “I Monti Pallidi”. Wolff ha rimaneggiato i frammenti narrativi, li ha decorati conferendo ad essi un tono romantico.

Particolarmente affascinante e complesso è il mito di Fanes, le cui radici risalgono a migliaia di anni fa: la trasformazione degli uomini in animali è un elemento antico che si riscontra anche nelle saghe indiane. Il totem del mito di Fanes non è un simbolo del potere, della caccia (non un'aquila), bensì della modestia pacifica legata alla terra: la marmotta.
Il Male non ha connotazioni ultraterreno-metafisiche, ma appartiene alla Terra come pure il Bene. Spina de mul, lo stregone che nelle notti di tempesta si trasforma in uno scheletro animale, non ha nulla di diabolico, attinge i suoi poteri dalla forza della natura, non ricorre a patti con il male nell'aldilà. Il mito di Fanes risulta soltanto debolmente permeato dalla visione cristiana del mondo e dal concetto di Male ad essa legata.
Un elemento ricorrente nelle saghe è il matriarcato. Nel mito di Fanes (e nelle saghe ladine in generale, raramente invece nelle altre saghe del Tirolo o del territorio italiano contiguo) sono principalmente o quasi esclusivamente le donne che prendono decisioni e che guidano il corso degli eventi. Gli uomini invece portano allo sfacelo non appena prendono decisioni: Il Re di Fanes vende il suo impero e come punizione viene trasformato in roccia. Il nome "falso Re" – Fauzo rego/Falzarègo (non Falzàrego!) dà il nome al Passo al confine meridionale del Fanes.
Le saghe sono state ambientate nel territorio di Fanes soltanto più tardi: il nucleo dei racconti ha origine in un contesto più ampio, in cui il territorio linguistico non era circoscritto alle Dolomiti.

Tradizione scritta - Dolomiti
Le prime testimonianze scritte risalgono al 1600 circa: si tratta di documenti nati dalla necessità pratica di comunicare con la popolazione nella sua stessa lingua. L'amministrazione regolare però non concede alcun spazio al ladino.
1833 Micurà de Rü progetta una lingua scritta unica per tutte le varianti del ladino delle Dolomiti. Il manoscritto non viene pubblicato.
1864 Grammatica gardenese di Josef Anton Vian (parroco di Ortisei, originario della Val di Fassa).
Con Agno (Angelo) Trebo (1862-1888) avviene il passaggio al genere letterario lirico. Trebo scrive poesie prevalentemente malinconiche, sofferte. Accanto a poesie in cui aleggiano incantevoli descrizioni paesaggistiche – in linea con la tradizione della Heimatdichtung – propone struggenti rappresentazioni poetiche di sentimenti, riscontrabili nel panorama della letteratura mondiale. Angelo Trebo ha anche scritto il testo per le prime operette ladine (“Le scioz de San Jenn” e “Le ciastel dles stries”).
Il poeta, storico e filologo Tita (Jan Batista) Altonn (1845-1900) ha raccolto testi orali e saghe.Tita Altonn
Hugo de Rossi (1875-1940) elabora un vocabolario (fassano).
Ha inizio un'ondata di produzioni letterarie che stilisticamente possono essere considerate in gran parte di carattere folclorico. L'attività letteraria è segno della presa di coscienza ladina e della valorizzazione della propria lingua. Gli autori di questa cultura sono gli insegnanti o i preti dei paesi. L'evoluzione della cultura scritta ladina viene bruscamente interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Nel secondo dopoguerra si registra una rinascita delle diverse attività cuturali ladine (spesso a scapito della politica delle maggioranze che vogliono rilegare la cultura ladina a folcorismo), nell'attività letteraria si nota una crescente diversificazione stilistica. Ci sono però le forze politiche che si ostinano a considerare il ladino come lingua da usare soltanto nella sola sfera privata e che si oppongono ad ogni uso pubblico della lingua. Vogliono rilegare il ladino ad elemento folclorico, negandogli ogni dignità.
Una delle personalità letterarie di maggior rilievo di questi anni di rinvigorimento della coscienza ladina è Max Tosi, che (similmente a Pasolini nel Friuli) sceglie il gardenese – appreso come seconda lingua - come lingua per le sue produzioni letterarie.
Oggi la letteratura ladina si presenta produttivamente ricca nonché stilisticamente variata; nei contentui si distingue appena dalla letteratura dei vicini; ha però in vantaggio una maggior disponibilità agli esperimenti (innazi tutto il plurilinguismo).

I vicini sono poco informati sulla letteratura ladina, spesso non sanno nemmeno che esiste una letteratura ladina. Non conoscono la lingua e quindi (in mancanza di traduzioni) non possono nemmeno esprimere giudizi. La letteratura ladina generalmente non viene presa in considerazione, nei mass media tedeschi ed italiani la letteratura ladina è pressoché inesistente.

Grigioni
Engiadina. Copyright: Mateo TaibonLa tradizione scritta retoromanza dei Grigioni inizia nel secolo XVI; l'impulso principale proviene dalla Riforma (e dalla Controriforma) e dall'intento di proporre testi per l'educazione morale nella lingua del popolo cristiano: in romancio dunque. A Gian Travers, uomo politico dell'Alta Engadina, dobbiano il primo documento retoromanzo. Nel 1527 redige nella lingua madre uno scritto apologetico diffuso come manoscritto. Le prime pubblicazioni stampate in lingua romancia si hanno nel 1552: un catechismo e un abbecedario, redatte da Jachiam Bifrun, notaio a Samedan, nell'idioma dell'Alta Engadina. Pochi anni più tardi Bifrum traduce in retoromanzo (idioma puter) anche il Nuovo Testamento (1560). La lingua dunque è veicolo di diffusione per la religione.
Fra le numerose pubblicazioni due meritano una menzione particolare. "Il vêr sulaz da pievel giuven" (Il vero divertimento dei giovani, 1611) che viene pubblicato in romancio altre 12 volte, nonché 11 volte in tedesco e 7 volte in italiano. Un successo simile lo ottiene "Consolaziun dell'olma devoziusa" (Consolazione dell'anima devota, 1690), un libro cattolico di preghiere e canti in parte in uso ancora al giorno d'oggi. Fino al 1945 il libro viene pubblicato ben 11 volte.
L'impiego esplicitamente religioso degli idiomi contribuisce a caratterizzarli confessionalmente e dunque dividerli. Una lingua scritta comune per tutti i Romanci perciò per secoli rimane impensabile. La letteratura romancia contemporanea si presenta ricca ed innovativa.

Friuli
Nel Friuli la lingua venne usata pubblicamente durante il periodo dell'amministrazione autonoma (Patriarcato di Aquileia, la cosiddetta "Patrie dal Friûl", terminato nel 1420): ci sono fra l'altro documenti della Scuola Notarile di Cividât del sec. XIV. Con l'annessione di una parte del Friuli a Venezia il friulano non trova più applicazione nella pubblica amministrazione: viene sostituito dall'italiano (veneziano).
La letteratura friulana ha inizio nel Rinascimento. Non è una letteratura con legami religiosi, né letteratura folclorica, ma una poesia laica e spiccatamente mondana. Risalgono a questo periodo anche le prime traduzioni di opere della letteratura mondiale. Nei secoli successivi emergono in ambito letterario numerosi personaggi di spicco; fra questi spiccano Ermes di Colloredo, Pietro Zorutti (con i suoi almanacchi contribuirà al consolidamento della koiné), Caterina Percoto.
Negli anni della seconda guerra mondiale Pier Paolo Pasolini dà un nuovo impulso alla letteratura friulana con la spregiudicatezza di chi viene da fuori e non è legato alle tradizioni locali. L'italiano Pasolini impara il friulano, la lingua della madre, e ravviva la letteratura friulana con poesie e un testo teatrale ("I Turcs tal Friûl") di altissima qualità. Con la fondazione dell'Academiuta de lenga furlana 1945 Pasolini compie un'impresa straordinaria; un'intera generazione di poeti si ispirerà alle sue idee. Pasolini, attivo anche politicamente, è un sostenitore convintissimo dell'autonomia del Furlan: "Lingua ladina dunque - egli scrive -, non dialetto alpino".

Oggi la letteratura friulana si presenta ricca, sia per la varietà stilistica che per la i generi, che spaziano dalla lirica fino ai comics. Gode di grande prestigio il concorso letterario e musicale "Premi Friûl".

Architettura
L'area ladina - innanzi tutto il Friuli e il Canton dei Grigioni - possiede perle uniche dell'architettura mondiale.
Müstair
- Ad Aquileia, nella chiesa madre dell'intero arco alpino, si può ammirare un pavimento a mosaico di più di 700 m2 del IV secolo d.C. È il documento artistico forse più bello dell'era paleocristiana.
- Müstair (a solo un chilometro dal confine con il Sudtirolo e l'Italia) con il suo convento delle Benedettine e la sua chiesa romanica (più tardi modificata con arcate gotiche) possiede una gemma che fa parte del patrimonio culturale mondiale della UNESCO.
Il convento è stato costruito intorno al 800 come Monasterium Tuberis. Nella chiesa, una delle poche rimaste con tre absidi, si può ammirare il più grande ciclo di pittura del primo medioevo.
- Nella chiesa di Zillis (al sud della famosa Via Mala, via di transito attraverso un paesaggio spettacolare) si può ammirare il più antico soffitto dipinto (1130 circa): Sono 153 tavole in legno. La chiesa viene visitata da circa 200.000 persone all'anno.
- A Cividât (Cividale) c'è la necropoli celtica sotterranea (ca. 400 a.C.).
- Del 760 ca. è il tempietto longobardo a Cividât.
- Glemone (Gemona) con il duomo possiede uno dei più belli esempi di architettura gotica a sud delle Alpi.Gemona (Duomo). Copyright: Mateo Taibon

Nelle Dolomiti - come nel Tirolo intero - le chiese romaniche sono state sostituite da chiese gotiche (che a loro volta, in parte, sono state sostituite da chiese barocche). Dal punto di vista culturale è una perdita gravissima (le chiese romaniche nella Val Venosta sono una testimonianza di un'architettura di qualità eccellente)
Una perla delle chiese gotiche è la chiesa di Santa Giuliana in Val di Fassa, come pure la chiesa di Sacun (San Giacomo) presso Urtijëi con i suoi affreschi gotici.
Altra perla (e amatissimo motivo fotografico) è la chiesetta di Santa Barbara (La Val).
Belle chiese barocche ci sono a Al Plan de Mareo e a Badia.

Viles
Fanno parte del patrimonio culturale ladino anche le viles, gli insediamenti agricoli tipici della Val Badia che sono unici per il loro equilibrato insieme, per l'armoniosità del collocamento nel paesaggio. Le viles negli ultimi anni sono state scoperte come meta di passeggiate turistiche. Rimane però la parziale incompatibilità con le esigenze di lavoro e di abitazione odierne. Le viles sono sottoposte a tutela: modifiche come pure nuove costruzioni sono vincolate da notevoli restrizioni.

SgrafitSgrafit - Foto: Mateo Taibon
Una particolarità dell'architettura profana del Canton dei Grigioni (Bergell, Engiadina, Val Müstair) è lo "sgrafit". Si tratta di disegni graffiati (da qui il nome) sull'intonaco ancora morbido: dall'ultimo strato applicato al muro esterno (bianco o colorato) vengono asportate le parti che dovranno risultare più scure.
Con lo sgrafit si creano disegni, decorazioni, detti e sentenze.

Folk & cultura
L'osservatore esterno delle minoranze vede volentieri la parte folclorica, esotica. Usanze e costumi attirano spesso maggiore attenzione di lingua e letteratura, società, arte. Con il folclorismo una minoranza viene illustrata come teatro pieno di colori e forse un po' come mondo arretrato. Alla politica il folk va bene perché ad esso non si combinano richieste di diritti per lingua e cultura della minoranza.

Usanze
Le molte usanze del mondo ladino fanno parte di due sfere: religione e agricoltura. Le radici delle usanze frequentemente sono più antiche del Cristianesimo. Con i nuovi ritmi di vita (turismo a Natale, Epifania ecc.) una parte delle usanze è in scomparsa. Usanze ancora vive, come le processioni nei giorni di festa (estivi), la benedizione dei fiori (15 agosto) vengono frequentate da turisti un po' come se si tratasse di uno spettacolo.


Ladinia oggi [ su ]

Economia & società
Per secoli l'economia e lo stile di vita dei Ladini era dominato dall'agricoltura. Le vali ladine erano povere, l'artigianato è nato dalla necessità di disporre di fonti di guadagno aggiuntive. Oggi l'immagine delle valli ladine è dominata dal turismo. Agricoltura e artigianato però continuano ad esercitare un'importanza fondamentale, pur collocandosi al di fuori dei tradizionali itinerari turistici ed essendo così meno visibili. L'agricoltura quale unica fonte di sostentamento, generalmente non è sufficiente: i contadini che non hanno un secondo lavoro sono rari.
Il turismo ha causato profondi cambiamenti nella struttura sociale. Le stagioni ("sajuns") sono quelle turistiche. Lo stile di vita tradizionale legato al mondo agricolo è in via di scomparsa.visibili.

Un'arma a doppio taglio
La Ladinia è nota grazie soprattutto al turismo. Le Dolomiti con le loro località, gli impianti di risalita, le piste del Dolomiti Superski, gli eleganti e rinomati ristoranti costituiscono l'insegna dell'economia locale – cosa che si rispecchia nei luoghi comuni dei vicini. E' ampiamente diffusa l'idea che tutti Ladini possiedano un hotel, siano ricchi e così via di seguito.

Il turismo iniziò circa 100 anni fa; alcune località dolomitiche divennero luoghi di villeggiatura estiva per pochi privilegiati.
Prese piede uno sviluppo edilizio che portò alla costruzione di alberghi di dimensioni imponenti e in uno stile cittadino ed elegante. Il quadro dei paesi inizia a cambiare in maniera radicale.
Nel secondo dopoguerra, il diffuso benessere materiale determina una ripresa del turismo. Il turismo si trasforma in turismo di massa. I Ladini sono stati i pionieri del turismo invernale; le valli confinanti hanno tratto profitto da questi sviluppi.

Il turismo viene criticato: esso porta alla svendita di appartamenti che vengono occupati poche settimane all'anno. Fuori stagione vi sono "paesi fantasma". Lo scenario paesaggistico è mutato, è spesso dominato da hotels imponenti (spesso costruiti in uno stile pseudoalpino);
la tradizione culturale, gli usi, i costumi vegono offerti come attrazione turistica – si tratta di una commercializzazione e di una falsificazione:
l'afflusso di forza-lavoro sprigionato dal turismo ha portato nei Grigioni alla germanizzazione di interi paesi (S. Moritz/San Murezzan). A Cortina, a causa dell'immigrazione (soprattutto a partire dalle Olimpiadi invernali del 1956 che hanno reso la località famosa a livello internazionale) i Ladini sono in minoranza;
il ritmo di vita viene scandito dal turismo, le tradizioni ed i costumi sono esposti al rischio di scomparire.

Il turismo presenta anche indubbi vantaggi: il turismo porta benessere economico, i Ladini non sono costretti ad emigrare. Anche l'artigianato, l'edilizia, il commercio vivono grazie al turismo, che così contribuisce alla sopravvivenza del popolo;
il turismo contribuisce a diffondere oltre i confini regionali le conoscenze sull'esistenza del Ladino: molte persone provenienti da diverse parti dell'Europa sanno del Ladino grazie alle loro ferie trascorse in loco. Le scuole ed i media generalmente non se ne occupano;
grazie al turismo la Ladinia è più forte. Al benessere economico si è accompagnato un rafforzamento notevole della coscienza ladina, fatto che ha ripercussioni a livello culturale e politico. I Ladini valorizzano di più attenti la loro autonomia. I Ladini non vengono più considerati dai vicini20come inferiori (al posto del disprezzo di prima è subentrata sovente l'invidia).

Mass media - La Usc di Ladins
La "Usc di Ladins" (La voce dei Ladini) è l'unico dei mass media che, superando la tripartizione fascista, coinvolge tutti i Ladini delle Dolomiti. Viene edito dalla Union Generela di Ladins dla Dolomites. Il periodico è stato fondato nel 1949 come "Nos Ladins" (Noi Ladini). Nel corso della sua difficile storia, la Usc di Ladins è stata frequentemente attaccata (soprattutto da esponenti politici della maggioranza che nemmeno capiscono il ladino), è stato chiesto alla "Usc" esplicitamente di non scrivere su politica come condizione per finanziamenti pubblici: censura tematica per i mass media ladini? www.lauscdiladins.com

RAI ladina - Radio e tvRai ladina - giornaleradio. Foto: Mateo Taibon
- 1946 Prime trasmissioni in lingua ladina
- 1988 Prime trasmissioni televisivi in lingua ladina
- 1998 Viene introdotto il tg ladino "trail" 19.55-19.59.30

I programmi della Rai ladina vengono trasmessi nel Sudtirolo e in Val di Fassa.

Rai, sede di Bolzano: Trasmissioni in lingua ladina
Radiofonia:
giornaliero (esclusa la domenica)
13.30-13.50 notiziario
13.50-14.05 "La copa dal cafè" (generale, cultura)
19.00-19.05 notiziario
19.05-19.30 programmi culturali
Domenica:
12.30-12.45 notiziario
12.45-13.00 La copa dal cafè

Televisione:
giornaliero
19.55-19.59'30 trail

ogni giovedì
20.30-20.40
Paladina (cultura, generale)

ogni ultimo giovedì del mese:
altri 30 minuti (cultura/attualità)

Inserti ladini in mass media degli altri gruppi
- Alto Adige (ogni martedì, una pagina)
- Dolomiten (martedì e giovedì e sabato)
- Radio Gherdëina (stazione radiofonica privata, trasmette nelle lingue tedesco e ladino).
- Radio Studio Record (stazione radiofonica privata, trasmette nelle lingue italiano e ladino).

Svantaggi dei mass media ladini:
- non c'è possibilità di importazione, tutto deve essere prodotto sul posto
- c'è un mercato troppo ridotto per garantire il finanziamento tramite vendite e pubblicità. Non esiste nessuna correzione legislativa per questo svantaggio
- non ci sono notizie ladine da agenzie (c'è sempre bisogno di tradurre), inoltre ci sono pochissime notizie da agenzie che riguardano il mondo ladino
- non esiste nessuna legge per il sostegno specifico ai mass media ladini. Le norme esistenti sono generiche e non tengono conto della particolarità ladina di lingua minore.

Grigioni
La quotidiana (quotidiano, interamente romancio)
Radio Rumantsch: 14 ore al giorno in romancio
Televisiun Rumantscha: telegiornale "telesguard", da lunedì a venerdì 18.45 - 18.55, nonché programmi culturali la domenica
diversi giornali regionali, Radio Piz Corvatsch e Radio Grischa (emittenti private bilingui)
Inoltre nel Canton dei Grigioni esiste una Agenzia notiziaria romancia (Agentura da novitats Rumantascha, ANR).

Friuli
Radio onde furlane (emittente privata)
La Patrie dal Friûl (mensile)
La vita cattolica (settimanale, con piccole parti in friulano)
Int furlane (trimestrale friulano)

Istituzioni e associazioni
Union Generela di Ladins dla Dolomites
È l'organizzazione federativa delle unioni ladine nelle Dolomiti. Non ha dipendenti (i mezzi finanziari non sono sufficienti). Gran parte della cultura ladina viene prodotta sulla base del volontariato.
Nel Canton dei Grigioni la Lia Rumantscha come organizzazione federativa è riconosciuta a livello politico, nelle Dolomiti invece la Union Generela dalle amministrazioni provinciali non viene riconosciuta come interlocutore: vige la mentalità della tripartizione.
La Union Generela è editore dell'unico print-medium (settimanale) ladino, la "Usc di Ladins". Inoltre ha messo in piedi la popolarissima "Ladinia-Tour", rock-festival ladino.

Comunanza ladina a Bulsan
È l'unione culturale dei Ladini a Bolzano. Attività: Convegni e conferenze, corsi di ladino.

Istitut Cultural Ladin "Majon di Fascegn"
L'Istituto Culturale per i Ladini fassani è stata la prima istituzione culturale ladina indipendente. Della sua attività fanno parte la ricerca linguistica, storica e culturale ladina, l'edizione di libri e della rivista specializzata "Mondo ladino".

Istitut Cultural Ladin "Micurà de Rü"
Istituto di Cultura per i Ladini della provincia di Bolzano, con compiti analoghi a quello di Fascia. Editore di libri (storia, letteratura, traduzioni di letteratura straniera, come p.e. "Il piccolo principe") nonché della rivista specializzata "Ladinia".

Intendenza ladina
L'Intendenza alle scuole delle valli ladine amministra le scuole di questo territorio.

Istitut Pedagogich Ladin
L'Istituto Pedagogico ha il compito di formazione degli insegnanti e della preparazione di material didattico specifico per le scuole delle valli ladine.

Consulta per i problems ladins (Comune di Bolzano)
La Consulta amministra le esigenze della comunità ladina a Bolzano. Organizza eventi culturali.

Museum ladin Ciastel de Tor: Museo provinciale ladino a San Martin de Tor (San Martino in Badia)

Canton dei Grigioni: Lia Rumantscha
Fondata il 26 ottobre 1919: Organizzazione federativa di tutte le unioni culturali e linguistiche romance. Istituzione senza fini di lucro, apolitica e sopraconfessionale. Fini: Sostegno alla lingua e cultura romancia, incentivazione del romancio nelle famiglie, scuole, nella chiesa e nella vita pubblica. La Lia Rumantscha viene finanziata da contributi della mano pubblica (Federazione, Cantone), vendita libri, traduzioni ecc., sostegno da parte di organizzazione e fondazioni pubbliche e private. La Lia Rumantscha ha 15 dipendenti. La Lia Rumantscah è responsabile dell'elaborazione e dell'applicazione della lingua scritta Rumantsch Grischun. E' attiva nel campo editoriale: Dizionari, grammatiche, materiali d'insegnamento della lingua, antologie, terminologie specifiche, libri per bambini, Comics, compact disc, letteratura da intrattenimento. Musica e canto: Mediazione di brani di compositori romanci a cori interessati.

Scuola
"L'intero XX secolo in queste due valli è stato contrassegnato dai tentativi di assimilazione monoculturale".
(Roland Verra, Intendente delle scuole ladine)

I ladini a scuola non imparano la propria lingua. Con una o due ore alla settimana non s'impara nessuna lingua al mondo!

Sudtirolo: Scuola paritetica
Nella prima classe elementare l'insegnamento avviene in italiano e ladino oppure in tedesco e ladino. Nelle altri classi delle scuole d'obbligo delle valli ladine metà delle materie viene insegnata in italiano, l'altra metà in tedesco.
Al ladino è stato riservato un angoletto: nelle scuole d'obbligo sono due ore settimanali, nelle scuole superiori una sola.

Il regolamento paritetico vale soltanto per le scuole nelle valli ladine. Fuori dalle valli ladine non c'è nessuna possibilità di imparare il ladino. Diversi tipi di scuola superiore non ci sono nelle valli ladine. In queste scuole ai Ladini dunque è negata la possibilità di imparare la propria lingua.
Con l'aumento della scuola d'obbligo a 9 anni molti Ladini devono frequentare l'ultimo anno fuori dalle valli ladine. Così nemmeno nella scuola d'obbligo c'è il minimo d'insegnamento della lingua madre.

Come lingua d'insegnamento il ladino non viene usato - questo lo impedisce lo Statuto d'autonomia (art. 19). Lo Statuto, che dovrebbe sancire i diritti della minoranza dunque, al contrario, impedisce il diritto all'insegnamento della lingua madre. Lo Statuto di autonomia non sempre viene rispettato: La provincia stessa gestisce a Picolin una scuola professionale che non rispetta l'art. 19: la scuola è puramente tedesca, dunque antiminoritaria e anticostituzionale.

Provincia di Trento
Il ladino è ammesso nelle scuole sia quale materia sia quale lingua d'insegnamento (dal 1993). Nella pratica l'insegnamento è limitato ad un'ora settimanale di lingua e una o due di materie in lingua ladina.

Provincia di Belluno
Non c'è alcun insegnamento del ladino.

Le consequenze della mancanza di insegnamento della lingua madre sono evidenti: molti Ladini parlano una lingua che in grammatica e vocabolario è fortemente corrosa dal tedesco o dall'italiano. E' una corrosione che minaccia l'esistenza stessa del ladino, e ciò dimostra che la mancanza d'insegnamento porta all'assimilazione della minoranza.

Friuli: nessun insegnamento della lingua madre!

Esempio grigionese
Nel Canton dei Grigioni sono i comuni a determinare la lingua amministrativa e d'insegnamento nelle scuole. 85 comuni del territorio tradizionale romancio hanno una scuola elementare romancia, 16 una scuola tedesca con romancio come prima lingua straniera.

Scuola elementare romnacia: Insegnamento in romancio, tedesco dalla 4a classe (4 - 6 lezioni settimanali).

Scuola tedesca con romancio come prima lingua straniera (2 lezione settimanali).
Samedan: Scuola sperimentale paritetica e bilingue romancio-tedesca (nella località i romanci sono in minoranza!).
Coira, capitale del Cantone: Introduzione di classi con insegnamento bilingue tedesco-romancio programmato.

Ginnasio - Scuole superiori
2-4 lezioni di romancio settimanali, inoltre diverse materie vengono insegnate in romancio.

Università di Bolzano: Trilinguismo distorto
L'Università di Bolzano si presenta fieramente come trilingue: Tedesco, italiano. E inglese. La terza lingua della provincia, il ladino, (quasi) non trova spazio. Tedesco, italiano, inglese: Il futuro del trilinguismo nel Sudtirolo?

All'Università non è stato istituito un Istituto di Ladinistica, sebbene sia stato prospettato. L'Università di Bolzano sarebbe la prima a dover istituire un istituto del genere, visto che poi viene finanziata anche dai contribuenti ladini, ma per la lingua ladina questa Università (quasi) non ha posto.

Derisione della lingua
All'Università vengono formati anche gli insegnanti ladini (Facoltà di Scienze della Formazione, Bressanone) che poi dovranno insegnare il ladino. La misura dell'insegnamento del ladino è una derisione della lingua: 4 ore al mese.
Chi non impara il ladino come dovrebbe poi insegnare il ladino?

Gli altri due gruppi linguistici della provincia che ne direbbero di una simile presenza della propria lingua nelle scuole? La mancanza di insegnamento della lingua significa assimilare una minoranza.

Tripartizione: Realtà diverse
Nelle tre province e due regioni, dove vivono Ladini, sono in vigore diversi standard di tutela.

Nella provincia di Belluno i Ladini non hanno alcuna possibilità di usare la propria lingua nell'amministrazione pubblica, non c'è un sostegno alla cultura che meriti tale termine, non c'è alcun insegnamento della lingua madre nelle scuole. Vige una politica di assimilazione. Solo l'idealismo di pochi salva i Ladini bellunesi dalla scomparsa.

Meglio vanno le cose nella provincia di Trento. Così il ladino viene insegnato nelle scuole, ci sono i programmi ladini radio e tv ladini, c'è il sostegno alla cultura ladina, con risultati notevoli. Così in Val di Fassa fu fondato il primo istituto culturale ladino, che ha dato spinte importanti alle ricerche sul ladino, alla conservazione e alla evoluzione della lingua.
I comuni della Val di Fassa hanno un'amminstrazione autonoma parziale nel comprensorio, sono così gli unici Ladini ad avere una definizione territoriale della minoranza.

Nel Sudtirolo la maggioranza tedesca affronta i diritti dei Ladini con grande incomprensione. Basta chiedere il rispetto della toponomastica ladina o un aumento minimo dell'insegnamento del ladino (da una a due ore settimanali nelle scuole superiori) per essere tacciati di fondamentalismo, estremismo e via dicendo.

La situazione della provincia di Bolzano
La provincia di Bolzano ha ottenuto la sua ampia autonomia per le minoranze presenti sul territorio; spesso le richieste sono stato giustificate con lo slogan "noi e i Ladini". Vale perciò la pena vedere quanto i Ladini siano stati veramente presi in considerazione, quanti e quali siano i diritti dei Ladini rispetto al gruppo linguistico tedesco. Un confronto rivela con chiarezza inconfutabile: I Ladini sono svantaggiati rispetto ai loro vicini dei due altri gruppi linguistici in:
- Applicazione della propria lingua
- Sostegno della cultura
- Accesso a livelli professionali superiori (difficile o addirittura impossibile)
- Insegnamento della lingua madre nelle scuole
- Mass media nella propria lingua
- Partecipazione alla gestione politico-amministrativa della propria terra
- Amministrazione autonoma del gruppo linguistico

Applicazione della lingua
Dal 1989 il ladino è lingua amministrativa in Val Badia e in Val Gardena, dal 1993 anche in Val di Fassa. Il ladino non è invece ancora lingua amministrativa nei comuni ladini bellunesi Fodom, Col e Anpezo. La lingua amministrativa è un diritto conquistato principalmente dalla Union Generela di Ladins dles Dolomites, mentre il partito di maggioranza altoatesino voleva concedere ai Ladini soltanto il "diritto" di scegliere fra italiano e tedesco. "Diritto" che spetta peraltro anche agli immigrati - è questo il livello che la maggioranza prevedeva per i Ladini.

L'obbligo di scritte trilingui nelle valli ladine viene frequentemente infranto dalla stessa amministrazione provinciale (ufficio per i parchi naturali, assessorato alle costruzioni pubbliche, assessorato socio-sanitario e via dicendo). Inoltre il diritto viene pressoché ignorato fuori dalle valli ladine. Negli uffici a Brunico o Bressanone e Bolzano il ladino viene usato solo molto raramente. La norma prevedrebbe l'uso del ladino anche negli uffici dove si trattano principalmente od esclusivamente questioni di interesse della popolazione ladina.

È però una bella teoria, la norma viene applicata di rado. Molti uffici non ci sono nelle valli ladine, i Ladini devono dunque frequentemente rinunciare alla propria lingua nell'esercitazione dei propri diritti e doveri da cittadini. L'amministrazione provinciale mette a disposizione moduli, certificati, documenti in moltissimi casi soltanto in tedesco ed italiano, ma non in ladino - dopo tutto quello che Bolzano ha chiesto e chiede ancora da Roma in lingua tedesca! Il diritto alla lingua madre - "das Recht auf Muttersprache" - è un diritto sacrosanto per i tedeschi. Per i Ladini invece? No, per i Ladini no. In Alto Adige sta dilagando inoltre - con la provincia come protagonista - un nuovo trilinguismo: tedesco, italiano. E inglese. Un trilinguismo che rende ufficiale che i Ladini non vengono considerati cittadini a pieno titolo.

Un esempio dal quotidiano "Dolomiten", sabato 21 Aprile 2001

GADERTAL
Wo bleibt die ladinische Bezeichnung?
Balsan/Bozen (eb) - Für eine einheitliche Ortsbeschilderung in den ladinischen Tälern Gadertal und Gröden hat sich Landeshauptmann Luis Durnwalder erst vor einigen Monaten ausgesprochen. "Es wirft kein gutes Licht auf die Gemeinden, wenn die Ortsschilder in Ladinien so unterschiedlich gestaltet sind, wie sie es derzeit sind. Deshalb soll man sich an die von der Landesregierung festgelegte Sprachreihenfolge halten, die da lautet: Ladinisch, Deutsch, Italienisch", schrieb der Landeshauptmann. Vor knapp einer Woche wurde die Gadertaler Straße geschlossen, und der Verkehr wird für die nächsten fünf Jahren auf den so genannten Panoramastraßen umgeleitet. Große Hinweisschilder sind daher auf der Pustertaler Straße und auf der Gadertaler Straße angebracht worden. Diese sind aber wieder einmal nur zweisprachig: Die dritte Landessprache ist mitten in den ladinischen Tälern auf der Strecke geblieben!

Il trasporto pubblico non usa né la lingua ladina né la toponomastica ladina. Nessun orario, nessuna scritta di nessun genere in lingua ladina, nemmeno sugli autobus che viaggiano soltanto nella Ladinia! Gli orari dell'assessorato ai trasporti pubblici non usano né la lingua ladina né toponimi ladini. I toponimi ladini non esistono, o meglio esistono in quei pochi casi, dove il toponimo italiano corrisponde a quello ladino (p.e. Corvara). La homepage della SAD ha come terza lingua l'inglese, il ladino o i toponimi ladini per la SAD non esistono ...
Mancata applicazione del ladino sui mezzi pubblici
E mentre i treni da Roma o Milano vanno o passano per "Bolzano/Bozen" o "Bressanone/Brixen", nessun Autobus va a Al Plan o a San Martin de Tor, ma tutti soltanto a St. Vigil o San Vigilio e St. Martin in Thurn o San Martino in Badia. La SAD inoltre germanizza e italianizza pure toponimi che anche ufficialmente esistono soltanto nella forma ladina: Così Müstair (nel Canton dei Grigioni/Svizzera), che ufficialmente si chiama soltanto Müstair, negli orari diventa "Münster" e "Monastero". L'operato di Tolomei dunque trova i suoi successori.

Quando da parte dello Stato italiano non viene usata la lingua tedesca, piovono subito critiche durissime. Quando manca la lingua ladina nessuno dice niente. I "diritti delle minoranze" esistono solo per i tedeschi. Lo stato italiano, così frequentemente e così aspramente criticato per la mancata applicazione della lingua tedesca, è ancora un esempio di buona condotta rispetto alla provincia di Bolzano ed i suoi esponenti politici.

L'economia privata in parte dà un esempio migliore: L'economia privata con le scritte da' spesso un esempio migliore dell'amministrazione pubblica, che per legge dovrebbe applicare anche il ladino.

Contraddizione
I Tedeschi del Sudtirolo chiedono da Roma documenti nella propria lingua (imposte, medicinali e via dicendo). Ai ladini però si nega ostinatamente l'applicazione della lingua nel loro territorio, e chi indica la mancanza di rispetto per la lingua ladina viene denigrato: indicare la mancanza di rispetto per il ladino da parte dell'amministrazione provinciale già viene apostrofato come fondamentalismo. Si vuole dunque impedire ai Ladini l'articolazione dei propri diritti.
Nel atteggiamento verso i Ladini c'è lo chauvinismo di chi per sé a chiesto tutto ma per gli altri vuol dare poco.

Statuto d'autonomia
Lo Statuto d'autonomia dalla Regione e dalla Provincia è stato tradotto in varie lingue ... solo in ladino non è mai stato tradotto da nessuna delle istituzioni pubbliche - come se i Ladini non fossero cittadini di questa terra. E' stato il movimento politico "Ladins" a pubblicare l'unica traduzione ladina dello Statuto - a spese proprie senza sostegno pubblico.

Soltanto anni dopo questa pubblicazione è stato fatto un adattamento nel ladino da parte della pubblica amministrazione. Un adattamento assurdamente doppio: non nel ladin standard (come la traduzione della Lista Ladins), ma nei due idiomi "badiot" e "gherdëina". La traduzione fatta dalla Lista Ladins in queste pubblicazioni viene taciuta, nonostante le nuove "traduzioni" siano molto vicine alla traduzione fatta dalla Lista Ladins. Anche il comunicato stampa della provincia non parla della traduzione già esistente. La Lista Ladins ha protestato: la sua traduzione, così la nota, era soltanto stata adattata, ma da parte della provincia non si è nemmeno avuto la correttezza di menzionare la fonte. Un confronto diretto dei testi infatti la dice lunga. L'assurdità e la contraddittorietà sta anche nel fatto che l'amministrazione pubblica sfrutta per una sua edizione una forma linguistica (quella del ladin standard) che la Giunta provinciale ha vietato.

Anche altri testi (legislativi) vengono man mano tradotti in ladino. La mole dei documenti in ladino in questo modo, molto lentamente, cresce. Con un problema sostanziale: la traduzione in due varietà di ladino. Mentre per 90 milioni di tedeschi basta una forma scritta, il Hochdeutsch, per i 18.000 Ladini della provincia di Bolzano ci sono due forme diverse. Infatti, la lingua scritta unificata, il ladin standard, è stata vietata nel 2003 dalla giunta provinciale. La linguistica intera indica nella lingua unificata una condizione irrinunciabile per la sopravvivenza della lingua ladina. La giunta provinciale ha vietato questa forma della lingua. Prima della decisione non sono stati consultati gli esperti del settore, al contrario. Poche settimane prima erano state presentate la grammatica ed il vocabolario del ladin standard (nel frattempo c'è anche il correttore automatico per il programma Microsoft Word). L'assessore Mussner però ha preferito non prenderne atto e far vietare la forma scritta.

Come foglia di fico per mascherare la realtà ha usato una decisione del consiglio d'amministrazione dell'Istitut Ladin "Micurà de Rü" - consiglio nel quale risiedeva lo stesso Mussner ... Questo consiglio inoltre non ha il compito di fare politica culturale ladina, ma di amministrare l'istituto culturale. Con il divieto della forma scritta "ladin standard" ai Ladini è stato tolto uno strumento irrinunciabile per la sopravvivenza. Ciò nonostante i politici affermano di agire a favore della minoranza. Con il divieto del ladin standard inoltre viene vietato anche un ponte per unire culturalmente quella Ladinia che era stata suddivisa in tre province da Benito Mussolini. Un'altra volta la politica della provincia di Bolzano porta avanti rafforzandola questa vergognosa eredità della tripartizione.

Esempio svizzero - Uso del romancio nella Svizzera
Banconota svizzera con indicazione ladinaNella Svizzera la lingua ladina viene usata rigorosamente, la lingua non viene emarginata. Viene usata a livello regionale per tutti i documenti per cittadini di lingua romancia, e così succede anche a livello cantonale. Inoltre la lingua viene applicata anche da istituzioni statali, come posta, ferrovie, esercito (le chiamate al servizio militare sono quadrilingui nella Svizzera intera) - anche il "santuario nazionale" svizzero, il franco, applica il romancio.
La lingua della minoranza viene usata molto anche dai privati.
Applicazione della lingua in Svizzera
Sostegno alla cultura
Il ladino è - al contrario del tedesco - una lingua senza hinterland: tutto deve essere prodotto sul luogo, non si può importare niente. E' una comunità linguistica con un piccolissimo numero di parlanti, cultura e mass media non hanno nessuna possibilità di autofinanziarsi con le vendite.
Ciò nonostante non ci sono regolamenti, norme, leggi per un sostegno specifico alla cultura ladino che tengano conto della situazione particolare. La cultura ladina viene sostenuta secondo gli stessi meccanismi burocratici come la cultura tedesca (unica eccezione è l'Istituto Culturale ladino). Inoltre la cultura ladina è subordinata a istituzioni tedesche.

Un sostegno alla cultura pressoché nullo lo dà la provincia di Belluno.

Proporzionale
Nel Sudtirolo i posti pubblici vengono attribuiti ai tre gruppi linguistici secondo la percentuale. Questo comporta per i Ladini la sicurezza di accesso a posti pubblici; però visto che i Ladini sono soltanto il 4% ca. della popolazione, la proporzionale li esclude da quelle categorie professionali, dove i posti di lavoro sono pochi. Ci sono intere categorie dove i Ladini sono esclusi per principio.
Persone vengono dunque svantaggiate pubblicamente per la lingua che parlano - un atto lesivo della Dichiarazione Universale dei diritti umani e della Costituzione italiana: Nessuno può essere discriminato per la lingua, la provenienza o altro.
Sudtirolo - un modello?

Nessun posto per i Ladini
I Ladini sono esclusi da molte commissioni, consigli, consulte e così via, anche se vengono trattate questioni ladine.

Tribunale Amministrativo Regionale: Ladini esclusi!

Giunta provinciale
Ladini finora esclusi (cioè presenti solo per eccezione, quando Langer si dichiarò ladino) perché impediti dalle norme (proporzionalità secondo il numero di consiglieri eletti). Con un cambiamento dello Statuto d'autonomia è possibile la chiamata di un Ladino in giunta - ma soltanto se la maggioranza (Tedeschi e Italiani) è d'accordo. Gli altri gruppi etnici hanno il diritto di essere in giunta.
La norma prevede la chiamata dall'esterno, cioè prevede di scavalcare le elezioni democratiche. Sudtirolo - un modello?

Nessuna amministrazione propria
Le due valli ladine del Sudtirolo fanno parte di due comprensori diversi. Un comprensorio ladino, che consentirebbe un minimo di amministrazione propria della comunità ladina, non è mai stata concesso.

Tripartizione politica
La tripartizione rafforza le diverse discriminazioni dei Ladini. I Ladini delle Dolomiti non possono agire politicamente uniti, sono distribuiti fra diversi collegi elettorali (dove sono in forte minoranza), e alle elezioni politiche non possono eleggere un rappresentante comune per tutti i Ladini delle Dolomiti.
I Ladini hanno il diritto ad un collegio elettorale unico, sopraprovinciale e sopraregionale.

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