PER UN MONDO SENZA GENOCIDIO
L'APM presenta un progetto di riforma dell'ONU
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Bolzano, Berlino, Göttingen, New York, 23.5.2000

In qualità di Organizzazione Non Governativa con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, l’APM internazionale ha presentato una petizione per la riforma dell’ONU in relazione all’Assemblea del “Millennio” prevista per il settembre 2000. L’APM internazionale richiede la restituzione dell’ONU alle nazioni, ai popoli, alle minoranze ed alle altre società non dominanti. Anche queste devono ottenere un accesso equiparato alle Nazioni Unite. La Carta dell’ONU è ispirata da questa esigenza: “Noi, popoli delle Nazioni Unite...”.

Su iniziativa del Segretario Generale dell’ONU, si terrà a partire dal 22 settembre la 55a sessione dell’Assemblea Generale (cosiddetta Assemblea del Millennio). Il tema della discussione sarà costituito da una relazione sulla riforma delle Nazioni Unite elaborata dal Segretario Generale Kofi Annan. Nelle discussioni avranno un ruolo anche i risultati di una conferenza internazionale della società civile. A questo fine l’APM internazionale ha elaborato il documento “I diritti umani nel XXI secolo - Per una riforma delle Nazioni Unite”. Le proposte danno impulso a una riforma che, in opposizione a riserve condizionate da politiche di potenza, conduca ad un’organizzazione internazionale di terza generazione. In tal modo si indica la via per una graduale realizzazione della riforma, con l’istituzione di un’Assemblea Parlamentare e di una Camera delle Organizzazioni Non Governative accanto all’Assemblea Generale, come già previsto in origine nella Carta delle Nazioni Unite.

Per un diritto universale dell’Uomo e delle Minoranze
Le linee guida del documento per la riforma dell’ONU sono le dichiarazioni e gli accordi nell’ambito dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario:
- la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 10 dicembre 1948;
- la Convenzione sulla prevenzione e la punizione del genocidio del 9 dicembre 1948;
- il Trattato internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali del 19 dicembre 1966;
- il Trattato internazionale sui Diritti civili e politici del 19 dicembre 1966;
- l’Accordo internazionale per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale del 7 marzo 1966;
- l’Accordo sui Diritti del Bambino del 20 novembre 1989;
- le Convenzioni dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) n. 107 (1957) e n. 169 (1989) sui Diritti dei popoli indigeni;
- la Dichiarazione sui Diritti delle persone appartenenti alle minoranze etniche, religiose e linguistiche del 18 dicembre 1992.

I diritti umani nel XXI secolo - Per una riforma delle Nazioni Unite
Su questa base la nuova ONU deve tendere ad un sistema tricamerale, che crei un diritto mondiale vincolante ed emani decisioni cui siano subordinati gli organi esecutivi globali:
- l’Assemblea Generale con rappresentanti dei Governi nazionali,
- un’Assemblea Parlamentare con rappresentanti dei Parlamenti nazionali, ed
- una Camera delle Organizzazioni Non Governative, con rappresentanti delle ONG, dei popoli e delle minoranze

Nella nuova Assemblea Generale ogni Stato deve avere un voto e le decisioni prese con la maggioranza qualificata dei due terzi devono avere carattere vincolante nei confronti del Consiglio di Sicurezza.
L’Assemblea Parlamentare ha per modello il Parlamento Europeo e deve collegare a livello globale gli organi parlamentari esistenti (Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Assemblea parlamentare della CSI, Assemblea Parlamentare del Trattato di Lomé).
La Camera delle ONG deve permettere agli attori non-statuali il lavoro presso le Nazioni Unite e coinvolgere direttamente nei processi decisionali globali i rappresentanti di nazionalità, minoranze e gruppi etnici. La Camera delle ONG decide in autonomia sull’ammissione di nuovi membri.

Il pacchetto di riforme proposto dall’APM internazionale
Queste le richieste dell’APM internazionale ai Governi rappresentati nell’ONU:
- istituzione, secondo l’art. 22 della Carta delle Nazioni Unite, di un’Assemblea Parlamentare e di una Camera delle Organizzazioni Non Governative;
- istituzione di un ufficio indipendente (Ombudsman, o “Difensore civico”) per l’istruzione delle petizioni e per la prevenzione dei conflitti;
- istituzione di un servizio informativo come sistema di preavviso e di notizia;
- istituzione di un Tribunale Internazionale Generale, libero da condizionamenti da parte del Consiglio di Sicurezza;
- stabilimento di un diritto internazionale vincolante;
- attribuzione all’Assemblea Generale del potere di dar ordini al Consiglio di Sicurezza e riattivazione del meccanismo “Uniting for Peace”;
- introduzione di nuove modalità di finanziamento dell’ONU, ed in particolare di un’imposta internazionale sulla speculazione valutaria;
- riconoscimento della necessità di un’Organizzazione globale di terza generazione;
- proclamazione nell’Assemblea “del Millennio”, di una Conferenza di Riforma per la revisione della Carta delle Nazioni Unite secondo l’articolo 109, da convocarsi al più tardi entro il 2010;
- trasformazione delle Convenzioni multilaterali e delle Dichiarazioni sui diritti umani individuali e collettivi in diritto mondiale cogente universalmente valido;
- limitazione od abolizione del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza;
- avvio della composizione del Consiglio di Sicurezza sulla base delle Organizzazioni Regionali;
- allestimento di un Corpo di Pace internazionale sempre pronto all’intervento;
- riunione dei Programmi, delle Organizzazioni Speciali e delle Banche di Sviluppo in un Consiglio Esecutivo;
- radicamento nelle istituzioni globali dei principi della democrazia, dello Stato di diritto e della divisione dei poteri.
- elaborazione di una Costituzione Federativa Mondiale con un Catalogo di Diritti Fondamentali.
 

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