L'arresto del giornalista basco Pepe
Rei.
La libertà d'informazione
incarcerata
Il giornalista del quotidiano basco Egin, Pepe Rei, è stato arrestato venerdì 8 marzo dalla polizia spagnola. Pepe Rei, responsabile della sezione di investigazione del quotidiano basco, è accusato di partecipazione a banda armata con riferimento all'organizzazione basca ETA. Un'altra giornalista della sezione d'investigazione, Begoña Capape, anch'essa arrestata, è stata liberata su cauzione. Il mandato di cattura è stato firmato dal giudice Baltazar Garzon. Lo stesso giudice decretò, nel luglio 1998, la chiusura del quotidiano basco definito come uno "strumento di ETA".
Pepe Rei e la sezione di investigazione del quotidiano Egin sono stati protagonisti di centinaia di inchieste rivelatrici sulla situazione di corruzione in Spagna e nei Paesi Baschi. Sono venute alla luce grazie al contributo informativo della sezione d'investigazione di Egin, i rapporti tra le reti del narcotraffico e i gruppi dell'antiterrorismo spagnolo; le coperture anche istituzionali delle reti di sfruttamento della prostituzione; il ruolo dei servizi segreti nelle attività degli squadroni della morte contro l'indipendentismo basco; la corruzione. Lo stesso Pepe Rei aveva prestato collaborazione al giudice Garzon in diverse inchieste tra le quali l'uccisione del deputato di Herri Batasuna, Josu Muguruza. Nel caso Muguruza, la scoperta di persone relazionate con l'omicidio che facevano riferimento ai servizi segreti militari fu disattesa dal giudice spagnolo. Juan del Rios neonazista e narcotrafficante, morirà in circostanze strane così come l'unico condannato per l'uccisione del deputato basco, l'ex poliziotto Angel Duce morto in un incidente stradale durante un permesso di libertà concesso tre anni dopo la condanna definitiva.
Le inchieste sul narcotraffico e la Guardia Civil sono rimaste nel cassetto della magistratura spagnola che ha insabbiato a più riprese una inchiesta rivelatrice su una tragedia che ha provocato centinaia di vittime nei Paesi Baschi. Il lavoro di Pepe Rei e della sezione d'investigazione di Egin non era terminato con la chiusura manu militari del quotidiano. Quell'esperienza diverrà una rivista, di prossima pubblicazione, che si occuperà di poteri criminali, corruzione, e diritti civili. Allo stesso tempo era di prossima pubblicazione un nuovo libro di Pepe Rei proprio sulle attività del giudice Baltazar Garzon. L'arresto di Pepe Rei è un vergognoso e palese tentativo di impedire che l'informazione possa essere veramente libera, che svolga il suo ruolo di informare non solo sulle fatti conosciuti ma anche sulle trame occulte del potere, di tutti i poteri.
Questo arresto non è una novità per Pepe Rei che già due anni fa fu oggetto di una inchiesta giudiziaria che lo portò a rimanere sei mesi in carcere per poi essere assolto nel processo. Anche in quella occasione la motivazione di fondo era impedire che l'informazione svolgesse il suo ruolo. Nel suo libro dedicato all'inchiesta sui rapporti tra narcotraffico e guardia civil "La Red Galindo" Pepe Rei scrisse: "in memoria di tutti quelli che prima vennero sconfitti dalla vita e poi furono sconfitti definitivamente dalla droga e dalla morte. A loro, per i quali non ci sono né omelie nelle chiese, né minuti di silenzio in loro ricordo, ad essi rendo questo umile omaggio". Dare voce ai senza voce è stato un impegno costante del quotidiano Egin e di Pepe Rei e per questo chiedere la libertà del giornalista è affermare che l'informazione non può essere incarcerata.
Giovanni
Giacopuzzi
Una pubblicazione dell'Associazione per i popoli minacciati. Si prega di citare la fonte / Eine Publikation der Gesellschaft für bedrohte Völker. Weiterverbreitung bei Nennung der Quelle erwünscht ** WebDesign: M. di Vieste