Lettera aperta 
All'On. Gianclaudio Bressa, Sottosegretario alle Minoranze linguistiche
Minoranze linguistiche d'Italia: chiediamo un'audizione in Parlamento
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Bolzano, 13.11.2000

Egregio Signor Bressa,
Egregio sottosegretario alle minoranze,

da diverse dichiarazioni da Lei rilasciate risulta che ha un quadro alquanto incompleto della situazione delle minoranze linguistiche d'Italia. Vorremmo perciò invitarLa a studiare meglio la situazione delle minoranze, a farsi illustrare tale situazione da rappresentanti delle minoranze e non da esponenti delle maggioranze, come abbiamo l'impressione abbia fatto finora.

Avanziamo la proposta di organizzare a tale scopo un incontro a Roma. Questo incontro deve avvenire in Parlamento con la presenza di rappresentanti di tutte le minoranze e di tutte le forze politiche. I rappresentanti delle minoranze finora non sono mai stati invitati ad esprimere le proprie esigenze in Parlamento, e questo ci sembra un gravissimo deficit per uno stato che si dichiara democratico. Per non penalizzare ulteriormente le minoranze, alle quali in gran parte finora non è stato concesso il diritto di autorappresentanza politica, bisogna invitare all'incontro non solo rappresentanti politici appunto, ma anche rappresentanti culturali. I rappresentanti delle minoranze devono essere convocati senza penalizzazioni ideologiche.

Ci aspettiamo inoltre che Lei faccia una visita a tutte le comunità di lingua minoritaria, in modo da farsi un quadro sul territorio e fare un monitoraggio delle diverse realtà: livello di tutela, realtà culturale, politica, sociale, situazione sociolinguistica (bisogna vedere finalmente in che stato sono ridotte le lingue minoritarie perché esposte all'erosione forte e continua da parte della lingua di maggioranza). Non basta una breve visita in Alto Adige a causa delle polemiche sorte intorno al censimento etnico. È in fondo una presa in giro delle minoranze se l'attenzione c'è soltanto per i casi clamorosi. Tutte le questioni che riguardano diritti inalienabili, come il diritto all'uso della propria lingua nell'amministrazione pubblica, il diritto all'insegnamento della propria lingua nelle scuole, il diritto al sostegno a lingua e cultura, per Lei non sono degne di attenzione?

Lei ha elogiato il Sudtirolo come modello. La minoranza tedesca è tutelata, è ben vero, è molto meno tutelata invece la minoranza ladina. Manca l'insegnamento della lingua nelle scuole - due ore settimanali sono una misura che degrada la lingua madre a ultima delle materie - manca il rispetto della lingua da parte dell'amministrazione pubblica, e inoltre ci sono diverse discriminazioni verso i Ladini, esclusioni per legge da funzioni ed istituzioni pubbliche. Per Lei tutto questo è un modello? Esortiamo Lei, in quanto incaricato istituzionale (dunque è il Suo dovere), ad incontrare durante la sua imminente visita esponenti culturali e politici (democraticamente eletti) della minoranza ladina, unica e vera minoranza in Alto Adige (visto che gli altri due gruppi appartengono a maggioranze).
 
Si vedano anche i seguenti documenti:

La legge quadro per la tutela delle minoranze linguistiche: Il testoAnalisi del testoIntervista all'On. Corleone
Cittadini dimezzati: I diritti delle minoranze linguistiche
Per una Rai multilingue: un futuro tutto da costruire
Appello per l'applicazione dell'Art. 6 della Costituzione italiana

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