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Primo Ministro cinese in visita in Germania (28-29.1.)

Regalato al premier cinese un computer rotto: protesta contro la censura in Internet della Cina!

Bolzano, Göttingen, 27 gennaio 2009

Una protesta dell'Associazione per i popoli minacciati. Foto: GfbV. Una protesta dell'Associazione per i popoli minacciati. Foto: GfbV.

Per protesta contro il blocco del sito dell'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) in Cina, l'APM-Germania ha regalato al Primo Ministro cinese Wen Jiabao un computer portatile difettoso in occasione della sua visita in Germania. Proprio com'è inutile cercare informazioni sulla situazione in Cina con questo computer, così è impossibile accedere da un computer cinese al sito dell'APM, lamenta l'associazione per i diritti umani il cui sito è bloccato da mesi in Cina a causa dell'informazione fornita sulle violazioni dei diritti umani dei Tibetani, Uiguri, Mongoli, dei seguaci di Falun Gong e dei sostenitori dei movimenti democratici cinesi.

Circa 298 milioni di utenti internet cinesi sono stati dichiarati dal proprio governo "troppo immaturi" per potersi formare una propria opinione attraverso internet. In nessun altro paese al mondo il governo impedisce a così tanti suoi cittadini l'accesso alla rete internazionale. La massiccia censura vigente in Cina è espressione della povertà di spirito di una dirigenza politica che da un lato cerca di dimostrare la propria forza internazionale inviando astronauti nello spazio e consolidandosi come leader nello sviluppo dell'alta tecnologia e dall'altra nega ai suoi cittadini ogni accesso alla libera informazione.

Con l'avvicinarsi del 60esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, i metodi sviluppati dalla dirigenza cinese per assicurare il dominio del partito anche in rete raggiungono ormai l'apice dell'assurdità. Oltre a 30.000 poliziotti Internet, la severa sorveglianza e le pesanti pene per gli Internet-Cafè e il blocco di tutti i siti critici nei confronti del regime, il governo cinese ha ora creato la figura dei commentatori di internet, il cui compito è di sostenere l'immagine del partito comunista cinese e dei dirigenti di governo con apposite notizie inserite in rete. La Cina, maggiore paese esportatore del mondo, si guadagna così anche il primo posto mondiale per la sua politica di disinformazione.

La sorveglianza di internet approfitta di modernissimi software e di alta tecnologia. I sistemi che in rete individuano tutto quanto contenga parole proibite come "Dalai Lama, Tibet, Uiguri, Falun Gong, ecc." sono stati affiancati da nuovi software che individuano con estrema velocità qualsiasi forum di discussione con una risonanza sopra la media. L'intento è quello di influenzare e controllare fin dall'inizio i forum di discussione ben frequentati. In gennaio 2009 la Cina ha infatti ulteriormente inasprito la censura di internet. In Cina decine di siti di movimenti cinesi per i diritti civili e di gruppi di sostegno tibetani e uiguri sono stati bloccati, ma la censura è particolarmente dura con i siti riguardanti il movimento Falun Gong, la cui forte presenza in rete sembra preoccupare particolarmente la dirigenza cinese.