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Corte di Giustizia Internazionale emette mandato d'arresto per il presidente sudanese Bashir

Senza giustizia non ci può essere pace per il Darfur: il mandato d'arresto deve scuotere l'Europa!

Bolzano, Göttingen, 4 marzo 2009

Profughi dal Darfur. Profughi dal Darfur.

Il mandato d'arresto della Corte di Giustizia Internazionale dell'Aia contro il presidente sudanese Omar Hassan al Bashir dovrebbe scuotere l'Europa affinché si impegni finalmente per il raggiungimento della pace nel Darfur e il rispetto dei diritti umani in Sudan. Per quanto possa essere difficile eseguire effettivamente il mandato d'arresto contro Bashir, questo dovrebbe comunque avere la funzione di porre il Sudan e la situazione nel paese africano al centro dell'attenzione dei governi europei e dell'opinione pubblica internazionale. La comunità internazionale deve finalmente adempiere alla promessa di volersi impegnare per una tutela concreta ed effettiva della popolazione civile in Darfur, ma deve anche impegnarsi seriamente per rafforzare il debole processo di pace in corso con il Sudsudan.

Senza giustizia non sarà possibile costruire una pace duratura in Darfur, ricorda l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) e in tal senso il mandato di arresto costituisce un importante segnale nella lotta all'impunità dei responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. E' la prima volta che un mandato di arresto viene emesso per un presidente in carica e la responsabilità cade interamente sullo stesso governo sudanese che per quattro anni si è sistematicamente rifiutato di collaborare con la Corte di giustizia Internazionale. Da quasi due anni ormai il governo sudanese copre e protegge l'attuale ministro per le questioni umanitarie Ahmed Haroun e il leader delle milizie Ali Kushayb, entrambi indagati per crimini contro l'umanità con mandati di arresto internazionali a loro carico.

Nel 2008 il governo sudanese aveva fabbricato documenti di identità falsi per Ahmed Haroun in modo che egli potesse partecipare in incognito a un pellegrinaggio alla Mecca. Finora la comunità internazionale ha sostenuto poco e in modo insufficiente i lavori della Corte di Giustizia Internazionale riguardo all'individuazione dei responsabili degli orribili crimini contro l'umanità commessi in Darfur. Il mandato di arresto internazionale forse avrebbe potuto essere evitato se la comunità internazionale avesse insistito e chiesto con coerenza l'arresto e l'estradizione dei ricercati Haroun e Kushayb. Mentre i governi internazionali criticano ora il procedimento della Corte di Giustizia Internazionale nei confronti di Bashir, dovrebbero però anche ammettere le proprie responsabilità per non essersi impegnati nel modo dovuto affinché il Sudan collaborasse seriamente con la Corte Internazionale.