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Cina: pena di morte per quattro Uiguri

Le Nazioni Unite dovrebbero verificare le accuse di tortura - I processi ingiusti contro Uiguri in Cina fomentano violenza

Bolzano, Göttingen, 16 settembre 2011

Paesaggio dello Xinjiang, Turkestan orientale. Foto: archivio GfbV. Paesaggio dello Xinjiang, Turkestan orientale. Foto: archivio GfbV.

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), in seguito alla condanna a morte emessa contro quattro membri della minoranza uigura in Cina, ha messo in guardia da nuove violenze nella Repubblica popolare cinese. Questi processi iniqui e condanne a morte arbitrarie fomenteranno ulteriormente le tensioni tra cinesi Han e Uiguri nella Cina nord-occidentale. L'APM ha chiesto formalmente al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Juan E. Mendez, di indagare sul fatto che gli imputati fossero stati torturati prima del processo.

I quattro Uiguri Memetniyaz Tursun, Ablikim Hasan, Hasan e Muhtar Abdugheni Yusup martedì sono stati condannati a morte dai tribunali di Kashgar e Hotan perché avrebbero ucciso 17 persone durante i disordini nelle città di Kashgar e Hotan nel luglio 2011. Due altri imputati sono stati condannati a 19 anni di carcere ciascuno.

Va da sé che le autorità cinesi devono punire la violenza giuridicamente e assicurare i responsabili alla giustizia. Tuttavia nello svolgimento dei processi bisognerebbe adottare almeno gli standard minimi internazionali che garantiscono lo svolgimento di un giusto processo giusto. Se gli imputati, come in questo caso, hanno a disposizione solo pochi minuti per incontrarsi con i propri avvocati, e se oltre a questo raccontano di minacce e torture subite in carcere,allora il processo non può che essere ingiusto e arbitrario.