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Egitto: Copto condannato al carcere per blasfemia

L'elevato numero dei processi per blasfemia mette in allarme la popolazione cristiana

Bolzano, Göttingen, 5 giugno 2013

Una chiesa copta. Foto: archivio GfbV. Una chiesa copta. Foto: archivio GfbV.

L'Associazione per i Popoli Minacciati è preoccupata per l'elevato numero di accuse di blasfemia in Egitto. Negli anni 201/2012 sono stati avviati 36 processi per blasfemia e dieci persone sono state condannate. Gli egiziani di fede cristiano-copta si sentono minacciati dal crescente numero di accuse e limitati nella loro libertà di fede.

Lo scorso 1 giugno un tribunale di Assut ha condannato l'avvocato copto Romani Mourad Saad a un anno di carcere e a una pena pecuniaria per "offesa dell'Islam". Secondo l'accusa, nel maggio 2012 Romani Mourad Saad aveva offesa l'Islam dalle pagine facebook della sua associazione di avvocati durante una disputa con un avvocato di fede musulmana sulla elezioni presidenziali. Secondo alcuni testimoni, Mourad si sarebbe pronunciato in modo sprezzante sull'Islam in una biblioteca. Nonostante i testimoni risultassero poco credibili e la Corte abbia accusato più volte le forze dell'ordine di indagini superficiali, il verdetto è risultato a sfavore di Mourad.

I processi per blasfemia subiscono massicce pressioni da parte di estremisti musulmani che riescono a intimidire i giudici, rendono difficile un giudizio neutro e riescono così a sospendere lo stato di diritto. Il verdetto di Assiut ha causato le proteste di 15 organizzazioni per i diritti umani egiziane.

Le accuse di blasfemia si rivolgono prevalentemente contro insegnanti. I primi di maggio 2013 l'insegnante Demyana Emad è stata arrestata per presunta blasfemia. La 23enne di fede copta era stata denunciata da suoi alunni e dai loro genitori. Emad resta agli arresti nonostante le molte proteste delle organizzazioni per i diritti umani.