Logo


In: Home > News > Birmania / Myanmar: consultazione dell'ASEAN sul dramma dei profughi Rohingya (29 maggio). Dalai Lama rivolge un appello per i Rohingya al Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi - gli aiuti umanitari da soli non bastano!

Lingue: ITA | DEU


Birmania / Myanmar: consultazione dell'ASEAN sul dramma dei profughi Rohingya (29 maggio)

Dalai Lama rivolge un appello per i Rohingya al Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi - gli aiuti umanitari da soli non bastano!

Bolzano, Göttingen, 28 maggio 2015

90.000 Rohingya sono ammassati in campi a Sittwe capitale dello Stato di Rakhine / Myanmar, settembre 2013. Foto: © Mathias Eick, EU/ECHO. 90.000 Rohingya sono ammassati in campi a Sittwe capitale dello Stato di Rakhine / Myanmar, settembre 2013. Foto: © Mathias Eick, EU/ECHO.

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha lanciato un appello ai paesi aderenti all'ASEAN (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) affinché prendano posizione a favore dei diritti della minoranza musulmana dei Rohingya e non si limitino a sostenere i profughi con aiuti umanitari. L'APM ha inoltre salutato l'appello rivolto dal Dalai Lama alla Premio Nobel per la Pace birmana Aung San Suu Kyi affinché si impegni nel suo paese per il riconoscimento dei diritti dei Rohingya. Il vertice dell'ASEAN non deve trasformarsi in una farsa in cui si parla unicamente di aiuti umanitari e si finge si ignorare che il governo birmano continua a emanare leggi e decreti per inasprire ulteriormente la discriminazione dei Rohingya.

Lo scorso 27 maggio il parlamento birmano ha infatti approvato una legge che impedisce il matrimonio tra persone appartenenti a fedi religiose diverse. La legge prevede una pena detentiva fino a due anni per coloro che violano il divieto. Sebbene la legge abbia ridotto la pena rispetto ai cinque anni previsti nel disegno di legge originale non cambia il fatto che si tratta di una legge scandalosa che lede pesantemente tutta una serie di diritti umani, a partire dalla libertà di culto ai diritti delle donne e in generale ai diritti fondamentali di tutte le cittadine e cittadini birmani. Per l'APM si tratta di una legge che di fatto fomenta l'odio religioso e istiga alla discriminazione delle minoranze religiose in particolare della popolazione di fede musulmana. La legge che vieta il matrimonio tra persone di diversa fede fa parte di un pacchetto di leggi denominato "Tutela della razza e della religione" ed è stato proposto dal movimento buddista nazionalista Ma Ba Tha.

L'APM chiede all'ASEAN di non chiudere gli occhi di fronte al fatto che un suo paese membro nega per legge fondamentali diritti umani ai suoi cittadini. Fare finta di non vedere queste gravi violazioni di certo non aiuta a risolvere alcun problema, l'ASEAN anzi si renderebbe corresponsabile della fuga di massa di decine di migliaia di persone i cui diritti nel paese asiatico vengono sistematicamente calpestati. Senza pressione internazionale e in particolare dei paesi vicini, la Birmania difficilmente cambierà rotta né riconoscerà i diritti civili della minoranza Rohingya.