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Halabja 16.3.1988
Giustizia per le 100.000 vittime dei Gas nervini in Iraq - Il Tribunale Penale Internazionale deve incriminare Saddam Hussein e le ditte tedesche coinvolte per genocidio!
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Bolzano, Göttingen, 15.3.2002

Secondo l'Associazione per i popoli minacciati (APM) manager di aziende tedesche e il dittatore Saddam Hussein devono essere incrimanati davanti a un tribunale internazionale per genocidio. Questo ha chiesto l'associazione per la difesa dei diritti umani a un giorno dalla giornata della memoria in ricordo di Halabja (16.03.1988). Il segretario generale dell'APM Tilman Zülch ha ricordato le presunte 100.000 vittime civili dell'offensiva "Anfal" tra il 1987 e 1988 di Saddam Hussein durante la quale furono attaccati un centinaio di paesi kurdi e cristiani Assiro-Caldei con gas tossici. L'offensiva veniva diretta dal cugino del dittatore, Ali Hassan Al-Majid. Per questo anche lui deve essere incriminato. Aziende tedesche tra le quali due imprese in Hessen, la Pilot Plant e Karl Kolb, hanno avuto una parte determinante nello sviluppo dell'industria chimica irachena. "Soltanto ad Halabja 5.000 persone hanno subìto una morte straziante a causa dei gas nervini", dice Zülch. "Da allora Saddam non ha mai smesso di ampliare il suo arsenale di armi chimiche." I governi occidentali e soprattutto la Germania devono ammettere la loro colpa e devono impegnarsi per la realizzazione di un tribunale internazionale e per una politica di indennizzo per i superstiti degli attacchi iracheni con gas tossici.

Le vittime kurde delle bombe irachene al Napalm nel 1988 sulla città kurda di Halabja.Le vittime kurde delle bombe irachene al Napalm nel 1988 sulla città kurda di Halabja.Nel libro "Crimes of War, What the Public Should Know", pubblicato da Roy Gutman e David Rieff, entrambi noti in tutto il mondo come reporter sui genocidi in Bosnia, vincitori del premio Pulitzer, si può leggere: "In effetti Halabja non era un caso isolato. Documenti iracheni, confiscati nel 1991 da combattenti kurdi, documentano che nel 1987 e 1988 Saddam Hussein ha utilizzato armi chimiche in più di 60 attacchi contro località kurde durante la sua campagna con il nome in codice 'Anfal'. Saddam ha continuato gli attacchi con gas anche dopo il 1989." "Questi erano così terribili", scriveva un reporter delle Nazioni Unite, "e di una dimensione così enorme, che si trovano soltanto pochi fatti simili avvenuti in precedenza dopo la fine della seconda guerra mondiale." L' organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch è arrivata alla conclusione, dopo aver visionato oltre quattro milioni di documenti nel nord dell'Iraq, che Saddam Hussein dovrebbe essere incriminato per genocidio già soltanto per l'offensiva Anfal. L'esperto di Kurdistan e Medioriente Gwynne Roberts calcola in 150.000 il numero delle vittime, nel libro "Crimes of War" si parla invece di almeno 60.000 vittime, mentre per l'APM è realistico un numero di almeno 100.000 vittime.

L'APM già nel 1987 - subito dopo l'inizio degli attacchi su villaggi kurdi - ha regolarmente informato la stampa su questi atti di genocidio. Ai bombardamenti con gas seguivano le operazioni della fanteria che trascinavano bambini, donne e uomini sopravvissuti in luoghi di esecuzione, dove venivano liquidati per poi sotterrarli in fosse comuni. L'APM ha accusato le due ditte su nominate di corresponsabilità diretta con quello che succedeva in Kurdistan. Nel 1987 il Tribunale di Bonn condannò l'APM a non ripetere le accuse nei confronti delle due aziende, in caso contrario avrebbe  inflitto all'APM due ammende da 250.000 Euro. La Corte di Colonia ha annullato questo verdetto nel 1998.


Vedi anche:
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