Logo


In: Home > News > Giornata internazionale contro la schiavitù (23 agosto). La Mauritania mette a tacere le voci critiche contro la schiavitù

Lingue: DEU | ITA


Giornata internazionale contro la schiavitù (23 agosto)

La Mauritania mette a tacere le voci critiche contro la schiavitù

Bolzano, Göttingen, 21 giugno 2010

Cartina della Mauritania. Cartina della Mauritania.

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) accusa il governo della Mauritania di intimidire sistematicamente, limitare la libertà di movimento e diffamare chiunque osi denunciare e criticare la pratica della schiavitù nel paese. In occasione della Giornata Internazionale contro la Schiavitù (23 agosto) l'APM chiede alla comunità internazionale di sostenere gli attivisti per i diritti umani mauritani che nonostante la persecuzione statale continuano a denunciare la diffusa pratica della schiavitù nel loro paese. L'Unione Europea deve finalmente rispettare le proprie "linee guida per la tutela degli attivisti per i diritti umani" e impegnarsi anche a livello governativo affinché cessi finalmente la vergognosa persecuzione degli attivisti che si impegnano contro la schiavitù.

Nonostante nel 1981 la Mauritania abbia ufficialmente abolito la schiavitù, secondo le stime delle organizzazioni per i diritti umani mauritane nel paese esistono ancora circa 550.000 schiavi che senza alcun salario o per una ricompensa minima lavorano a servizio o come contadini per i loro "padroni". Le principali vittime della schiavitù sono gli appartenenti alla popolazione degli Haratin che costituiscono circa il 40% dei 3 milioni di cittadini mauritani.

L'APM segue con particolare attenzione la sorte dell'attivista per i diritti umani Biram Dah Abeid. In seguito a un suo intervento critico sulla situazione della schiavitù in Mauritania tenuto nel febbraio 2009 durante una conferenza a Parigi, il presidente del movimento anti-schiavitù mauritano IRA (Initiative pour la Résurgence du Mouvement Abolitionniste) è stato fortemente limitato nella sua libertà di movimento dentro e fuori la Mauritania. A Biram Dah Abeid è stato negato il rinnovo del passaporto e le autorità hanno aperto un'inchiesta su di lui. Diverse volte è stato aggredito da poliziotti che gli hanno "consigliato" di cessare di fare critiche pubbliche. I mezzi di informazione mauritani hanno inoltre suggerito che Biram Dah Abeid possa essere un collaboratore dei servizi segreti israeliani, che sia blasfemo e traditore della patria. In seguito alle dichiarazioni dell'incaricata speciale dell'ONU sulla schiavitù Gulnara Shahinian che in novembre 2009 aveva denunciato la continuazione della pratica della schiavitù nel paese africano, le pressioni esercitate sugli attivisti per i diritti umani mauritani, e in particolare su Biram Dah Abeid sono andate aumentando. E' stato addirittura pubblicato un certificato medico falso, da cui risulterebbe che Biram Dah Abeid sia un malato psichiatrico. Infine Biram Dah Abeid è stato allontanato dal suo incarico come esperto della Commissione Nazionale per i Diritti Umani e la sua organizzazione IRA è stata proibita.