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Sri Lanka: vertice Commonwealth in Sri Lanka (15-17 novembre)

Il vertice del Commonwealth deve affrontare il tema dei diritti umani in Sri Lanka

Bolzano, Göttingen, 13 novembre 2013

Profughi tamili in Sri Lanka. Foto: Allen Tyler. Profughi tamili in Sri Lanka. Foto: Allen Tyler.

In occasione del prossimo vertice del Commonwealth (15 - 17 novembre) a Colombo (Sri Lanka), l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si appella ai paesi partecipanti al Commonwealth affinché lo Sri Lanka non ottenga, come previsto, la presidenza dell'organizzazione per i prossimi due anni. Il regime dello Sri Lanka è infatti accusato di crimini di guerra contro la popolazione dei Tamil e per gravi e continue violazioni dei diritti umani.

Le Nazioni Unite accusano la dirigenza del paese di essere responsabili della morte violenta di circa 40.000 civili tamil uccisi durante gli ultimi mesi di guerra civile nel 2009. I responsabili per i bombardamenti arbitrari di civili e ospedali continuano a essere liberi e non hanno mai dovuto rispondere dei loro crimini di fronte a un tribunale. Nonostante i molti e ripetuti appelli del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU, lo Sri Lanka rifiuta tuttora delle indagini indipendenti sui crimini di guerra commessi e rimanda a proprie indagini che rigettano le accuse. Nel settembre 2013 la Commissaria per i Diritti Umani delle Nazioni Unite Navi Pillay ha criticato lo Sri Lanka per l'assenza di volontà politica a porre fine all'impunità.

Secondo l'APM, la questione dei diritti umani dei Tamil deve essere un tema centrale del vertice, soprattutto in considerazione del fatto che lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani figurano tra i principi su cui è stato fondato il Commonwealth. A quattro anni dalla fine della guerra civile il governo dello Sri Lanka non ha mai avviato un serio processo di pacificazione con la popolazione Tamil né ha mai tentato una reale soluzione a tutti quei fattori che avevano appunto portato al cosiddetto conflitto Tamil. Le gravi violazioni dei diritti umani commessi tuttora contro la popolazione Tamuil sono anche il motivo per cui il premier indiano Manmohan Singh e quello canadese Stephen Harper hanno deciso di boicottare la conferenza a Colombo.

Per l'APM; è evidente che il governo dello Sri Lamka non è interessato a una pacificazione con i Tamil, così come sembrano essere poco graditi i diversi progetti di pace proposti da organizzazioni non governative internazionali. Lo Sri Lanka continua ad essere un paese diviso, in cui i Tamil sono vittime di arresti arbitrari non appena hanno il coraggio di ricordare i crimini di guerra subiti. Il perdurare di crimini quali la tortura in stato d'arresto, la sparizione di persone e la repressione sistematica della libertà di stampa continua a diffondere un clima di paura. Nel 2005 oltre 80 giornalisti cingalesi sono dovuti fuggire all'estero. Anche là però continuano a essere minacciati e perseguitati e devono continuare a nascondersi.