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Sudan: i Ministri degli esteri dell'UE chiedono libero accesso alle zone di conflitto per gli operatori umanitari

Il blocco delle organizzazioni umanitarie è un crimine contro l'umanità

Bolzano, Göttingen, 21 ottobre 2014

Profughi in Darfur. Foto: archivio GfbV. Profughi in Darfur. Foto: archivio GfbV.

Da oltre tre anni il governo sudanese nega alle organizzazioni umanitarie internazionali l'accesso alle regioni in crisi. Per oltre un milione di civili vittime delle guerre questo blocco significa non poter contare su nessun tipo di aiuto sanitario e alimentare. Di fronte a questo vero e proprio crimine contro l'umanità l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede ai ministri degli esteri dell'Unione Europea (UE) di prendere posizioni più decise e di non accontentarsi più di formali proteste a cui non segue alcun fatto concreto.

Durante la seduta dei ministri degli esteri europei dello scorso 20 ottobre in Lussemburgo il Consiglio dei Ministri degli Esteri dell'UE ha nuovamente chiesto al governo sudanese di annullare il divieto di accesso per gli operatori umanitari internazionali. Dall'inizio dei combattimenti nel giugno 2011 i ministri degli esteri europei hanno rilasciato più di una decina di dichiarazioni in cui chiedono l'accesso delle organizzazioni umanitarie alle regioni del Sud-Kordofan (montagne Nuba) e del Nilo Blu. Un'intesa in tal senso era stata raggiunta il 3 agosto 2012 con un accordo tra i governi del Sudan e il Sudan del Sud, ma di fatto agli operatori umanitari è tuttora impossibile raggiungere la popolazione provata dai combattimenti e la violenza della guerra.

Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, nella regione del Sud-Kordofan in cui si fronteggiano l'esercito sudanese e i ribelli del movimento SPLM-Nord, circa 668.400 persone dipendono per la propria sopravvivenza dagli aiuti alimentari internazionali, mentre nella regione del Nilo Blu le persone che necessitano di aiuti urgenti sono 379.500. Si tratta di una stima poiché l'assenza da anni di osservatori internazionali non permette una valutazione più realistica della situazione in cui versa la popolazione civile. Secondo le dichiarazioni del governo sudanese nella prima settimana di novembre dovrebbe partire una missione di valutazione della Commissione statale Sudanese per gli Aiuti Umanitari (HAC) per la regione del Nilo Blu.