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Per una Europa delle lingue
Pluralismo linguistico e democrazia linguistica - l'APM International chiede che la Costituzione Europea contenga i diritti delle minoranze
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Bolzano, 1.3.2002


Quest'anno dovrà essere elaborata la Costituzione dell'Unione Europea. La "Convenzione europea" (Linkhttp://europa.eu.int/futurum/), un collegio presieduto dall'ex-presidente francese Giscard d'Estaing, si riunisce a partire da oggi, 28 febbraio 2002. L'Associazione per i Popoli Minacciati - internazionale (APM) segue questo processo con benevolenza critica: da un lato salutiamo il fatto che al crescente potere delle istituzioni europee siano contrapposti finalmente anche dei diritti dei cittadini. D'altra parte s'impone la necessità di assicurare che la Costituzione sia completa e vincolante.

Anche per questo motivo chiediamo che la UE non tralasci più le questioni delle minoranze, poiché:

Gli articoli della Costituzione europea debbono quindi considerare: L'APM si impegna affinchè i diritti delle minoranze siano fissati nella Costituzione dell'UE. Proponiamo i seguenti articoli:

1) L'Unione riconosce e assicura i diritti inalienabili dell'uomo, sia come persona individuale, sia come appartenente ad un gruppo sociale, linguistico, culturale o religioso.

2) Tutti i cittadini dell'Unione hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza differenza di genere, di colore della pelle, di lingua, di confessione, di credo politico, delle condizioni personali e sociali. É compito dell'Unione eliminare gli ostacoli di natura economica, sociale e linguistica i quali limiterebbero di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini dell'UE, e di conseguenza lo sviluppo umano della propria persona e la piena partecipazione alla vita politica, economica e sociale dell'Unione.

3) L'Unione riconosce e incentiva le minoranze con particolari norme. Chi appartiene a minoranze linguistiche e/o etniche ha il diritto di utilizzare collettivamente e pubblicamente la propria lingua e di coltivare la propria cultura.

L'APM chiede che la Costituzione contenga diritti a cui ci si può appellare anche individualmente, e che valgano non solo per cittadini dell'UE ma per tutti gli abitanti nell'Unione. La Costituzione deve limitare qualsiasi forma di violenza statale nell'ambito dell'UE. Una costituzione non completa e precaria costituirebbe un pericoloso passo indietro rispetto alla tradizione per i diritti umani e alle costituzioni democratiche.

L'APM inoltre si impegna per la garanzia a livello europeo per il diritto fondamentale all'asilo per i perseguitati politici e per le vittime di trattamenti crudeli e inumani; come pure dell'introduzione nella Costituzione dei principali diritti sociali, economici e culturali.

Perché un divieto alla dicriminazione?
Anche nelle "democrazie stabili" dell'Europa occidentale vi sono persone discriminate a causa del colore della loro pelle, della loro cultura, della loro origine, della loro religione. La Carta dei diritti Fondamentali contiene un divieto di discriminazione, purtroppo si tratta di un divieto non vincolante e a cui non ci si può appellare individualmente; tuttavia bisogna assicurare senza equivoci che questo valga non soltanto per i cittadini comunitari, ma anche per i cittadini di Stati terzi, cioè per tutte le persone che vivono nell'Unione.
Come già noto (ad esempio dalla discussione sulla parità tra uomo e donna), la discriminazione di fatto di interi gruppi umani è spesso difficile da sradicare. Perciò chiediamo che l'articolo sul divieto di discriminazione venga completato col seguente comma:

L'APM s'impegna anche perché anche le istituzioni di formazione delle minoranze etniche e linguistiche di antico insediamento siano specificamente sostenute da Bruxelles, ovvero nel quadro giuridico europeo.

Divieto di espulsione forzata
In considerazione del genocidio ai danni dei Musulmani bosniaci (1992-95) e delle perduranti espulsioni in massa dal Kosovo - prima ai danni degli Albanesi, ora dei Serbi, come anche di Rom, Ashkali ed "Egiziani kosovari" bisogna pretendere che la UE cerchi di impedire questi ed altri gravissimi crimini contro l'umanità. L'APM perciò propone la seguente formulazione:

Per ciò che riguarda il crimine dell'espulsione in massa, nel diritto internazionale esistono già delle proposte per un diritto di resistenza, che favorisca ugualmente individui e gruppi. L'APM propone il seguente testo, che comprende anche il diritto alla propria terra ed il diritto ad un rimpatrio sicuro:
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