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Minoranze e Costituzione europea

Un sostegno particolare alle minoranze svantaggiate!

Bolzano, 14 Marzo 2003

Lettera aperta al Ministro Frattini

Egregio Signor Ministro,
secondo alcune interviste ultimamente da Lei rilasciate a diversi quotidiani altoatesini, Lei si è dichiarato ripetutamente a favore di una Costituzione Europea che fissi anche i diritti delle minoranze. Non chiarisce però quale debba essere la portata di questi diritti. Il rappresentante alla Convenzione Europea del governo italiano, il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, finora non ha colto i Suoi spunti in proposito. Appare quindi evidente che la definizione dei diritti delle minoranze nella Costituzione Europea non rientri tra gli assunti fondamentali del Suo governo.

Come organizzazione per i diritti umani, Le chiediamo che alle Sue parole seguano finalmente anche i fatti. Le chiediamo di incaricare il membro della Convenzione Gianfranco Fini di presentare una proposta di testo relativa ai diritti umani nella Costituzione dell'UE.

La Costituzione Italiana potrebbe fornire degli ottimi spunti: grazie all'Art. 6, i membri della Costituente, partigiani anti-fascisti, hanno elevato la tutela delle minoranze a materia di Costituzione. Purtroppo ci sono voluti alcuni decenni prima che un governo emanasse una legge quadro in proposito. In che misura il Suo governo si impegna a regolamentare questa legge per le minoranze?

In quanto Ministro degli esteri, Lei potrebbe sostenere il Vicepresidente della Convenzione Giuliano Amato, il quale ha proposto di includere la Convenzione Europea per i Diritti Umani nella Costituzione Europea. In questo modo, anche i due documenti del Consiglio Europeo, la Convenzione Quadro per la tutela delle minoranze nazionali e la Carta delle lingue regionali e minoritarie, entrerebbero a far parte della Costituzione Europea.

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) segue con critica benevolenza il processo per la stesura della Costituzione. Da un lato salutiamo il fatto che le sempre più potenti istituzioni dell'UE debbano finalmente confrontarsi con i diritti dei propri cittadini, dall'altro lato vogliamo assicurarci che la Costituzione sia esaustiva e vincolante.

Chiediamo inoltre che l'Unione Europea affronti finalmente le questioni inerenti i diritti delle minoranze, visto che il pluralismo linguistico e culturale è fissato anche negli articoli 149 e 151 dell'Accordo di Maastricht, e che questo principio viene ribadito nell'articolo 22 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE. Infine, la maggior parte degli stati europei ha ratificato sia la Convenzione Quadro per la tutela delle minoranze nazionali sia la Carta del Consiglio Europeo sulle lingue regionali e minoritarie. Allo stesso modo, anni fa la maggior parte dei paesi europei occidentali ha ratificato il "Patto Internazionale per i diritti civili e politici", il quale recita all'articolo 27: "In paesi con minoranze etniche, religiose o linguistiche, gli appartenenti a tali minoranze non possono essere privati del diritti di coltivare assieme ad altri membri di tale minoranza la propria cultura, di esercitare la propria religione e di usare la propria lingua."

Vogliamo anche ricordare che la Riunione Plenaria dell'ONU del 18 dicembre 1992 aveva approvato la Risoluzione 47/135 sulle minoranze. Tale risoluzione completa l'articolo 27 del Dichiarazione ONU sui Diritti Umani appellandosi agli stati affinché creino condizioni favorevoli per permettere alle minoranze di esprimere le proprie peculiarità e di sviluppare la loro cultura, lingua, religione, tradizioni e usanze.

Le chiediamo, signor Ministro, di essere concreto. Si impegni affinché la Costituzione dell'UE contenga:
- un efficace divieto di discriminazione che valga anche per cittadini extracomunitari, e che preveda inoltre la possibilità di incentivare i gruppi minoritari di fatto svantaggiati ("affirmative action");
- un articolo per la tutela delle minoranze etniche e religiose che fissi questo diritto come un diritto individuale;
- un divieto alla messa in fuga, che preveda anche il diritto alla patria ed il diritto al ritorno sicuro in patria.

Proponiamo i seguenti articoli:
1. L'Unione riconosce e garantisce i diritti inalienabili dell'uomo, sia come individuo sia come membro di un gruppo sociale, linguistico, culturale o religioso.
2. Tutti i cittadini dell'Unione hanno stessa dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza differenza di genere, colore della pelle, lingua e credo, convinzioni politiche, status personale e sociale. É compito dell'Unione eliminare le barriere economiche, sociali o linguistiche che di limiterebbero di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini dell'Unione impedendo il pieno sviluppo della persona ed una partecipazione efficace alla vita politica, economica e sociale.
3. L'Unione riconosce ed incentiva con particolari disposizioni le minoranze. Gli appartenenti a minoranze religiose o etniche hanno il diritto di usare insieme e pubblicamente la propria lingua e di coltivare la propria cultura.

Perché chiediamo un divieto di discriminazione?
Anche nelle democrazie europee occidentali le persone sono discriminate per il colore della loro pelle, la loro cultura, provenienza, religione, ecc. La Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE contiene sì un divieto di discriminazione (purtroppo un divieto non vincolante che non permette una rivendicazione per vie legali), ma vogliamo assicurare che questo divieto valga non solo per i cittadini dell'Unione, ma anche per i cittadini extracomunitari, cioè per tutte le persone che vivono nell'Unione Europea.

Come si evince, p. es., dal dibattito sui pari diritti e opportunità tra uomo e donna, il pregiudizio nei confronti di interi gruppi è spesso difficile da sradicare. Per questo motivo chiediamo che l'articolo sul divieto di discriminazione venga completato con il seguente comma, che permetterebbe una "affirmative action":
"Gli appartenenti a gruppi di fatto svantaggiati devono essere particolarmente incentivati".

L'APM chiede infatti anche che Bruxelles sostenga in modo particolare e/o tuteli legalmente le istituzioni educativo-culturali delle minoranze linguistiche ed etniche da molto tempo residenti nell'Unione Europea.

Chiediamo un divieto alla messa in fuga
In considerazione del genocidio commesso a danno dei musulmani bosniaci (1992-95) e della messa in fuga dal Kosovo, tuttora in atto, degli Albanesi prima e dei Serbi, Rom, Aschkali ed Egiziani-kosovari oggi, chiediamo all'UE che si impegni seriamente ad evitare in futuro questi ed altri terribili crimini contro l'umanità. L'APM propone perciò la seguente formulazione:
"L'Unione Europea si impegna a prevenire e a porre termine, con conseguente azione penale, a guerre offensive, genocidio e uccisione di interi gruppi sociali, messa in fuga in massa e altri gravi crimini contro l'umanità".

Per quanto riguarda il crimine della messa in fuga, si possono trovare nel Diritto dei Popoli esempi per una corretta formulazione del diritti di difesa che tuteli sia gli individui sia i gruppi in uguale misura.


Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/1-01/19-2-it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/1-00/14a-4-it.html | www.gfbv.it/3dossier/edicolmin/altre.html | www.gfbv.it/3dossier/costeuro-it.html
* www: www.eblul.org | www.uoc.edu/euromosaic

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