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Atteso all'Aia per il 10.9.2008 il verdetto della prima causa civile dei sopravvissuti di Srebrenica contro l'Olanda

I Caschi blu olandesi hanno consegnato i bosniaci che dovevano proteggere ai loro assassini serbi - I sopravvissuti al genocidio di Srebrenica aspettano ora giustizia

Bolzano, Göttingen, L'Aia, 8 settembre 2008

Manifestazione di profughi bosniaci. Manifestazione di profughi bosniaci.

Insieme alle vittime di Srebrenica, ex zona di protezione ONU, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) attende per il 10 settembre il primo verdetto nella causa civile che vede contrapposte le vittime sopravvissute di Srebrenica al governo olandese. Il destino delle vittime costituitesi parte civile e dei loro familiari uccisi rappresenta il destino di tutte le persone rimaste sotto assedio per quattro anni nella città sulla Drina in Bosnia orientale. La speranza è che finalmente il governo olandese insieme alla Comunità internazionale si assumano le proprie responsabilità per gli 8376 uomini e ragazzi trucidati e per i loro parenti sopravvissuti.

Negli anni 1994/95 i caschi blu olandesi erano stazionati nella zona di protezione di Srebrenica con il compito di proteggere la popolazione civile dall'assedio serbo. I soldati olandesi però hanno semplicemente lasciato campo libero alle truppe serbe in arrivo, e il risultato è stato il massacro di 8.376 uomini e ragazzi e la morte di circa 2.000 bambini, donne e anziani. I caschi blu furono semplici testimoni oculari del massacro. Un numero imprecisato di persone morì durante la faticosa fuga dai 56 villaggi dell'enclave, giovani donne furono stuprate e molte sparirono per sempre.

Sei anni fa i familiari di Rizo Mustafic, ucciso a Srebrenica, e Hasan Nuhanovic, che a Srebrenica perse tutta la sua famiglia, hanno denunciato l'Olanda per il fallimento dei suoi caschi Blu, dando così il via alla causa civile presso il Tribunale dell'Aia di cui si attende ora il primo verdetto. I genitori e il fratello minore di Nuhanovic, che lavorava come traduttore per l'ONU, avevano cercato protezione dalla minaccia serba in un ufficio dei Caschi Blu. Dopo una sola notte nell'ufficio e mentre a pochi metri di distanza le milizie serbe stavano già uccidendo uomini bosniaci e stuprando donne, i familiari di Nuhanovic furono mandati a morte sicura da un comandante delle truppe ONU. Morirono tutti e tre ma finora è stata ritrovata e identificata solo la salma del padre in una fossa comune.

L'APM sarà parteciperà con una manifestazione davanti al Tribunale dell'Aia insieme ai sopravvissuti di Srebrenica e al Sindaco di Srebrenica Abdurahman Malkic, prima edopo la lettura del verdetto.


Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080829ait.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080722it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080611ait.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080429ait.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071108it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070226it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060311it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060310bit.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060310bit.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060224ait.html | www.gfbv.it/3dossier/bosnia/indexbih.html | www.gfbv.it/3dossier/tpip.html

* www: www.un.org/icty/ | www.iccnow.org | www.ohr.int

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