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Siria: bagno di sangue nel Nordovest della Siria

Dozzine di Drusi uccisi da Islamisti

Bolzano, Göttingen, 11 giugno 2015

Palmira, Siria, 2010. Foto: Flickr/yeowatzup. Palmira, Siria, 2010. Foto: Flickr/yeowatzup.

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha appreso da fonti druse, che ieri, mercoledì 10 giugno, estremisti sunniti del Fronte Al Nusra e gruppi alleati dell'opposizione islamista siriana hanno ucciso decine di Drusi nel nord-ovest della Siria. Come riportato su alcuni siti web drusi, tra le vittime ci sarebbe anche un bambino di otto anni. Su questi siti sono stati pubblicati i nomi di 20 vittime. Il Fronte Al Nusra è il ramo siriano della rete terroristica di Al Qaeda.

Il massacro pare che sia avvenuto nella regione montagnosa di "Simaq" nella provincia di Idlib. In quest'area ci sono 17 insediamenti drusi con circa 30.000 abitanti. Circa 20.000 rifugiati provenienti dalle aree dove imperversano i combattimenti hanno cercato protezione qui. La comunità religiosa drusa rappresenta un ramo della confessione sciita. I suoi seguaci vivono principalmente in Libano (280.000), in Siria (circa 700.000), in Israele (circa 125.300), e in numeri molto piccoli in Giordania.

Nel 2011, all'inizio della rivolta in Siria, la provincia di Idlib contava 1.850.000 abitanti, per lo più Sunniti e membri delle minoranze più piccole. I Cristiani sono quasi completamente fuggiti da Idlib. Qui la resistenza armata contro il regime di Assad era particolarmente forte. Per questo motivo l'aviazione siriana ha attaccato non solo le posizioni degli islamisti, ma anche villaggi pacifici, utilizzando tra l'altro i famigerati barili bomba. Alla fine di maggio 2015 gli islamisti hanno conquistato la capitale Idlib, che porta lo stesso nome della provincia. I combattenti qui sono stati sostenuti attivamente dal governo turco.

L'opposizione siriana all'estero, la"Coalizione nazionale siriana delle forze dell'opposizione e della rivoluzione", aveva definito questa conquista come una "liberazione". L'opposizione islamista armata vuole istituire in Siria uno "Stato islamico sunnita puro". Pertanto le minoranze vengono sistematicamente perseguitate ed espulse. Il regime di Assad è sostenuto dall'Iran e dal partito sciita Hezbollah; invece la resistenza armata siriana è sostenuta dalla Turchia e dall'Arabia Saudita.

A fine maggio il canale televisivo del Qatar Al Jazeera aveva avuto un trattamento di riguardo per il capo del Fronte Al Nusra, Abu Mohammed al-Golani, trattandolo come un capo di stato e gli aveva dato l'opportunità di far conoscere il suo punto garantendogli ore di visibilità. Il capo islamista aveva minacciato "campagne di vendetta nei confronti di chi aveva attaccato i Sunniti". Aveva esortato tutti i non-sunniti a convertirsi al "vero Islam". I media internazionali hanno indicato questa "azione" di Al Jazeera come "un'offensiva di pubbliche relazioni (PR-offensive)" per fare proselitismo.