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Centro Ararat: vite a confronto

Viaggio nel Kurdistan italiano a Roma

Valentina Chiodi

Ottobre 2008

Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi, www.valentinachiodi.com/blog/. [Clicca per ingrandire]

Un giorno per caso sono capitata al Villaggio Globale di Testaccio, all'Ararat; non so come mai, ma a volte le cose capitano così, da sole, senza cercarle, o forse inconsciamente le hai sempre cercate assecondando i tuoi desideri interiori, e quando capitano, ti senti un po' fortunato, perché è come se si avverassero dei piccoli miracoli ... sono stata, come un po' negli ultimi mesi, guidata dalla mia macchina fotografica, che ormai è diventato il mezzo più semplice che mi predispone ad osservare le cose dal di dentro, è come se avendo quello strumento davanti agli occhi avessi la possibilità di vedere le cose in modo diverso, forse più vero, dal mio punto di vista.

E' da un po' che sento dentro questo forte bisogno di capire, di vedere oltre, di aiutare qualcuno meno fortunato di me, forse è proprio arrivato il momento giusto, e non sono dovuta andare nemmeno tanto lontano. A volte si generano dentro di te dei bisogni così forti che non riesci nemmeno tu a spiegare come mai, e anche se cerchi in mille modi di capire la soluzione al tuo malessere, alla tua confusione, seppur in un attimo sembra chiara, così come è apparsa evidente , sempre in un attimo si inabissa nuovamente nel più profondo del tuo animo ... che è un mare in tempesta, ogni giorno scatenata da mille impulsi esterni, e pensi pensi, cammini, ti arrovelli ... e finalmente ti siedi un attimo a pensare e ti accorgi che per stare in equilibrio su quel filo sottile a volte basta poco.

L'Ararat è un centro che ospita circa una quarantina di curdi , di varia origine, provenienti dal Kurdistan Turco, Iracheno e Iraniano, alcuni sono arrivati a Roma da poco e sono in cerca di asilo politico, altri ci sono da più tempo e combattono ogni giorno ... Quel giorno davanti all'Ararat c'era Said, un ragazzo di 25 anni che vive a Roma ormai da 8 anni, mi sono avvicinata a lui, e come se lo avessi conosciuto da sempre, mi sono fatta coraggio e sono entrata ... chissà chi sono, da dove vengono, quali sono le loro storie? Mi chiedevo, e chissà ancora se posso ritornare per imparare a conoscerli meglio ... mi è bastato un attimo, guardare negli occhi Said per far svanire tutte le mie insicurezze.

Sono ritornata all'Ararat diverse volte, ho conosciuto molti di loro, e ogni volta mi hanno ospitato nella loro casa con grandi sorrisi e il classico tè, che per quella cultura è un momento di condivisione molto importante: hanno imparato a vedermi andare lì anche con la macchina fotografica, ormai sanno chi sono!

Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. | Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi. Immagini dal Centro Ararat di Roma. Foto di Valentina Chiodi, www.valentinachiodi.com/blog/. [Clicca per ingrandire]

E sempre per caso , Said mi ha proposto di prendere una posizione all'interno dell'Ararat, è come se ci aiutassimo a vicenda per portare avanti un unico progetto, quello di comunicare e di guidare delle persone un po' spaesate, che hanno lottato per scappare dal loro paese e che continuano a lottare ogni giorno ... che è sempre uguale all'altro, spesso senza un lavoro, senza i documenti, senza i tuoi affetti vicino. L'intento di Said è ammirevole, infatti vuole spronare i suoi connazionali ad integrarsi in Italia e per questo abbiamo deciso insieme di cominciare una piccole scuola d'italiano. La prima lezione è cominciata martedì 8 luglio, ero molto emozionata, perché comunque non vorrei deluderli e mi piacerebbe che alla fine di queste lezioni davvero imparassero qualcosa.

Quelle lezioni sono state dei momenti per scambiare quattro chiacchiere con chi di loro riesce a parlare un po' in italiano, ho saputo qualcosa della storia di alcuni di loro e ho avuto modo di vedere anche meglio la loro casa...durante la pausa delle lezioni, alle ore 19, arrivano curdi da altre parti della città, perché quella è una comunità, è un modo per ritrovarsi e parlare la propria lingua, condividere i ricordi della propria terra così lontana da cui per troppi problemi si è dovuti scappare e chissà mai se ci si potrà tornare. Si portano molto rispetto tra di loro, sono per la maggioranza uomini , le uniche donne siamo io e Chaide,che ha vissuto lì con l'unico fratello che gli è rimasto, nei primi mesi, poi si è trasferita in un centro di accoglienza per sole donne; mi ha fatto vedere con orgoglio la sua stanza, una piccola stanzetta, chiusa con un lucchetto, l'unica, che condivideva con il fratello, molto più anziano di lei ... con dentro tutto quello che poteva servirgli, anche un abito da festa e uno strumento musicale, perché il fratello è considerato il maestro della casa, nel suo paese suonava, e poiché era "pericoloso" hanno pensato bene di torturarlo, ma per fortuna è riuscito a resistere e si è salvato e ora è qui con la sorella.

Ma la persona con la quale ho instaurato un bel rapporto di amicizia è proprio Said, parlo molto spesso con lui , facciamo la strada di andata e ritorno insieme, mi racconta molti brani della sua vita, e da quello che dice si capisce che è un ragazzo molto sveglio e intelligente, si è subito reso disponibile a collaborare ... "io sorrido sempre, nel mio paese se ti spaccano la testa, tu gliela devi spaccare di nuovo, questa è la regola, ma per me non è così, vedi, ancora ho i segni, quando mi hanno fatto male , ma io non gli ho risposto allo stesso modo".

E' un ragazzo molto sensibile, dà importanza ai valori interiori, e sorride sempre, infatti lui dice che "il sorriso che tu hai deriva dalla felicità che porti dentro, ma molti pensano invece che se sorridi lo fai perché hai paura; infatti quando ero in Austria in prigione, avevo dei neri come compagni di cella che mi usavano come panca per fare gli esercizi, ma nonostante tutto il mio sorriso mi ha salvato". "Io sono un ragazzo molto forte, a 18 anni avevo i fulmini sotto i piedi quando camminavo; pensa, mi dice, che avevo anche una mia impresa edile, ma quando tornavo a casa mi mancava la mia famiglia, non c'era un papà e una mamma che mi facevano trovare le cose pronte; quando ero piccolo a volte litigavo con mio padre e scappavo nelle grotte vicino casa e piangevo tanto, stavo via per qualche giorno e poi tornavo, ma ero diventato più forte".

Si presenta: Sono Said, ho 25 anni e sono nato nel Kurdistan turco, nella città di Dogubayazit, tra le montagne; la mia famiglia è composta di 14 fratelli, 7 morti e 7 vivi, mio padre ha 60 anni e mia madre 50 anni,loro vivono ancora lì. Ho studiato per 5 anni alle scuole elementari e poi 1 anno e mezzo per diventare Imam, ma ad un certo punto ho deciso di andarmene,perché volevo capire com'era fatto il mondo; la situazione si faceva sempre più difficile dal punto di vista governativo nei confronti dei curdi, uccidevano anche gli insegnanti, gli unici che ti potevano far scappare dall'ignoranza a cui ti vogliono far abituare. Ho cominciato così il mio viaggio dalle montagne ad Istanbul e poi alla volta dell'Europa, attraversando vari paesi, incontrando parecchi problemi, alla fine sono arrivato in Italia, mi hanno lasciato solo, a Roma Fiumicino dei carabinieri, all'aeroporto, avevo 20 anni, era l'8 gennaio del 2002."

Said lotta da sempre, egli è una persona forte, è in viaggio da quando aveva 15 anni, è partito perché desideroso di diritti, "Io, quando sono scappato, pensavo ai diritti dell'uomo non ai soldi, se oggi sapessi che anche nel mio paese li rispettassero, ritornerei lì, a fare il pastore e starei in mezzo alle montagne, tu non puoi sapere come si sta bene lì, non pensi a niente ..." E in questo momento così carico di emozione, sia per me sia per lui, mi sorride con gli occhi e vedendomi piangere per le belle cose che mi ha detto, mi dice che anche lui piange, tutte le sere, ha pianto tanto Said,dice che è un modo per sentirsi meglio e purificarsi e che le persone che hanno un gran cuore piangono e sanno piangere.

Quando parlo con Said c'è molto da imparare, alla sua età è molto saggio, infatti mi ha raccontato che quando era piccolo gli piaceva andare ad ascoltare le persone anziane del suo paese, perché avevano molto da insegnargli, erano dei filosofi. Con lui puoi parlare di tutto, anche se non ha studiato a lungo ha una sua cultura, fatta di esperienze proprie e altrui, di racconti, di informazioni, di letture, e ne ha sempre una pronta per tutto ciò di cui si parla. Spesso parliamo di religione, di quella mussulmana, degli americani, della giustizia e della guerra, della ricchezza culturale dei paesi del medio oriente, delle persone in genere e ha sempre delle sue teorie sagge per ogni argomento "le persone devono avere paura almeno un po' nella vita, perché da quelle che non credono in niente puoi aspettarti di tutto". In questi giorni il caso Obama è un po' sulla bocca di tutti, così anche con Said ho avuto modo di scambiare qualche opinione in merito ... il suo punto di vista è di sicuro un po' pessimista e diverso da tutti quelli che oggi si aspettano così tanto dal nuovo presidente degli Stati Uniti " in fondo è sempre un americano, cosa pensi che un uomo possa risolvere i problemi di tutti gli americani?i problemi del mondo?"

La sua semplicità nelle affermazioni così certe dal suo punto di vista, spesso mi spiazza,mi mette in discussione e mi aiuta a vedere le cose da un altro punto di vista; in effetti ti fermi a pensare e ti chiedi se in fondo non ha poi così torto ... come si può pensare che un solo uomo, addossato di così grosse responsabilità possa cambiare in fondo un'epoca, una nuova generazione da solo? Magari fosse possibile! Si, ci sono state grosse personalità, ma quali pene hanno dovuto subire per poter poi essere passati alla storia come dei grandi?e quanti credono che davvero si può cambiare o almeno sperare di cambiare. Said riporta tutto al musulmanesimo, in fondo secondo lui, come forse per ogni altro mussulmano, è una religione così potente che ha di sicuro la giusta risposta per tutto.

In questi ultimi anni è riuscito ad adeguarsi alla "libertà" dei rapporti occidentali e soprattutto alla diversa posizione della donna, certo non senza sacrificio, ma la sua cultura, così profonda e radicata, spesso non transige su degli atteggiamenti che secondo lui non sono ammissibili in un rapporto di coppia. Inoltre non capisce come mai ci debba essere bisogno di trasgredire le regole, di fare qualsiasi eccesso per sentirsi libero ... In fondo questi suoi discorsi sono piuttosto difficili, per chi come noi senza pensare magari beve in compagnia un bicchiere di troppo e magari un po' brillo si sente più sereno ...

Come ogni mussulmano non beve alcool, o comunque cerca di attenersi a quei precetti piuttosto rigidi che ti formano ... ma oggi ho provato a chiedergli come fa lui, come fa un uomo mussulmano, che poi di base , per i suoi bisogni e desideri è come un qualsiasi altro uomo a non lasciarsi "tentare" ... e lui con tutta semplicità sostiene che anche se una volta sbagli poi capisci da solo con naturalezza che non puoi trasgredire perché è sbagliato ... Devo dire che questo punto di vista non mi è stato molto chiaro. Sto attraversando infatti un periodo della mia vita in cui ogni giorno mi scontro con la voglia di staccarmi da questa visione del mondo, così materialista e piena di stimoli che ti corrompono, per raggiungerne una più vera, più interiore, fatta di cose semplici, di rapporti umani, di voglia di Essere nel vero senso della parola senza compromessi ... ma poi ti accorgi che è così difficile.

Oggi Said era un po' strano, in questo periodo non lavora ma è andato comunque dal suo capo a prendere i soldi che gli spettavano, purtroppo è ritornato con 1/5 della somma che doveva avere, ma non si è scomposto con il capo, magari anche per paura di non ricevere nemmeno quel quinto ... ma è stato davvero un insegnamento il suo: "non serve preoccuparsi per queste cose, si può essere lo stesso felici ..." Ma come si fa a rimanere fermo in queste certezze, quando sei così precario? quando poi magari non arrivi a fine mese per pagare tutte le spese? Eppure si può, il sorriso di Said, quello interno, quello dei suoi occhi lo dimostrano, lui va oltre, e vorrei tanto arrivare anche io a questa dimensione, che di sicuro ti fa essere felice anche senza la smania di avere, ma semplicemente perché hai voglia solo di dare! perché è proprio in quel dare che ti senti vivo e che la tua vita assume il suo vero senso.