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Israele / Palestina

Associazione per i diritti umani israeliana documenta gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di minori palestinesi

Bolzano, 26 luglio 2011

29 dicembre 2008: carri armati israeliani nella Striscia di Gaza. Foto: Amir Farshad Ebrahimi (flickr.com). 29 dicembre 2008: carri armati israeliani nella Striscia di Gaza. Foto: Amir Farshad Ebrahimi (flickr.com).

Alla vigilia del dibattito presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU che valuterà l'eventualità del riconoscimento di un possibile stato di Palestina da parte dell'ONU, l'associazione per i diritti umani israeliana B'Tselem pubblica un rapporto sul trattamento ricevuto dai minori d'età palestinesi arrestati dalle forze militari israeliane. Il rapporto, che prende in considerazione un lasso di tempo che va dall'inizio del 2005 alla fine del 2010, parla di almeno 835 minori d'età palestinesi arrestati con l'accusa di aver lanciato delle pietre. Di questi 835 ragazzi, 34 avevano tra i 12 e i 13 anni, 255 avevano tra i 14 e i 15 anni, 546 tra i 16 e i 17 anni.

Nel novembre 2009 l'autorità israeliana ha istituito in Cisgiordania la Corte Militare Giovanile. Nonostante le dichiarazioni del presidente della Corte d'Appello militare, secondo cui la giustizia militare dovrebbe trattare i minori d'età secondo gli standard internazionali, B'Tselem lamenta che in realtà non vi è stato alcun miglioramento significativo nel rispetto dei diritti dei minori palestinesi. Secondo i dati forniti dalla stessa organizzazione, molti minori hanno dichiarato di essere stati arrestati e portati via da casa in piena notte senza che ai loro genitori fosse permesso accompagnarli. In aperta violazione delle leggi sui minori d'età sia internazionali sia israeliane , i minori arrestati sono stati trattenuti fino a 20 giorni in carcere per essere interrogati senza la presenza di un avvocato né dei genitori. Diciannove ragazzi su 50 intervistati da B'Tselem hanno raccontato di essere stati trattati con violenza durante gli interrogatori e che per ore è stato loro impedito di andare in bagno, di bere o mangiare qualcosa. I ragazzi sono poi stati giudicati da una corte militare. Il carcere, lungi dall'essere l'ultima delle alternative possibili, è invece una regola e su 835 ragazzi presi in considerazione dalla ricerca, il 93% è stato condannato al carcere. Il maggior numero di sentenza condanna i ragazzi a pene detentive dai 2 ai mesi e per almeno 7 ragazzi la condanna è stata di oltre un anno di carcere. Durante la detenzione, i ragazzi - considerati prigionieri di sicurezza - non possono utilizzare il telefono, le visite dei parenti sono spesso limitate a una visita ogni 20 giorni e molti ragazzi hanno lamentato che le autorità carcerarie hanno permesso loro di studiare solo alcune delle materie scolastiche compromettendo così il loro reinserimento scolastico una volta usciti dal carcere.

L'Associazione per i Popoli Minacciati Bolzano è particolarmente preoccupata per le implicazioni che derivano dai dati forniti da B'Tselem. Gli abusi nei confronti dei ragazzi palestinesi non possono che creare paura, risentimento e odio sia tra i ragazzi stessi sia tra i loro familiari. Più che porre le basi per una futura pace duratura si creano invece le condizioni per il perdurare di una spirale di violenza.