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Myanmar (Birmania): ONU documenta gravi violenze contro popolazione Rohingya

APM chiede maggiore impegno dell'Europa

Bolzano, Göttingen, 6 febbraio 2017

Un campo profughi dei Rohingya in Bangladesh. Foto: EU/ECHO/Pierre Prakash via Flickr. Un campo profughi dei Rohingya in Bangladesh. Foto: EU/ECHO/Pierre Prakash via Flickr.

In seguito alla pubblicazione del rapporto dell'ONU sulle gravi violazioni dei diritti umani nei confronti dei Rohingya in Birmania, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto all'Europa di impegnarsi attivamente per i diritti della minoranza perseguitata nel paese asiatico. L'Europa deve inoltre impegnarsi per la dignitosa accoglienza dei profughi Rohingya nel vicino Bangladesh affinché venga evitato lo spostamento forzato di quasi mezzo milione di persone sull'isola remota e disabitata di Thenghar Char, situata nel Golfo del Bengala ed emersa dall'acqua solo una decina di anni fa. Thengar Char è fondamentalmente un'isola melmosa e invasa dall'acqua ad ogni alta marea.

Per l'APM, la fine della fuga di massa dei Rohingya dalla Birmania finirà solo quando termineranno le gravi violenze commesse contro di loro e quindi solamente quando il governo birmano cambierà la sua politica sui Rohingya. Non basta arrestare i responsabili dell'ultima ondata di violenza ma è fondamentale che ai Rohingya venga finalmente restituita la cittadinanza ed essi godano degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini birmani.

Nel rapporto di 43 pagine pubblicato lo scorso 3 febbraio 2017 dall'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'ONU (www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=56103) emerge chiaramente come la minoranza dei Rohingya in Birmania sia vittima di arresti arbitrari, tortura, stupri ed esecuzioni extragiudiziali. In base alle 220 testimonianze raccolte, l'ONU parte dal presupposto che l'esercito birmano commetta contro i Rohingya crimini contro l'umanità.

Ricordando la visita a Bruxelles del comandante in capo delle forze armate birmane Min Augn Hlaing nel novembre del 2016, l'APM chiede all'Unione Europea di cambiare radicalmente il proprio atteggiamento verso l'esercito birmano e di mettere in chiaro che i crimini contro l'umanità e la continua istigazione di conflitti nazionalisti in un paese multi-etnico non potranno più essere tollerati. L'APM inoltre chiede che l'Europa sostenga maggiormente l'assistenza ai profughi in Bangladesh. La dislocazione dei profughi su un'isola remota equivale in tutto e per tutto all'internamento di persone già gravemente traumatizzate.