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Appello al "Gruppo di Visegrad" e all'Unione Europea:

sostenere programmi contro la pesante discriminazione dei Rom!

Bolzano, Göttingen, 21 Agosto 2002

Prima che la Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia diventino membri effettivi dell'Unione Europea, dovrebbero attuare efficaci programmi contro le pesanti discriminazioni delle proprie minoranze Rom. Questo è l'appello che è stato rivolto dall'Associazione per i popoli minacciati internazionale (APM) all'UE e ai Presidenti dei quattro stati membri del "Gruppo di Visegrad". I politici si incontreranno giovedì nella città ceca di Castolovice. Se non verranno intraprese velocemente delle efficaci misure di protezione e sostegno di questa minoranza, non si riuscirà ad impedirne uno spostamento di massa dei Rom negli stati occidentali dell'UE. Nei quattro stati del gruppo di Visegrad, la vita quotidiana dei Rom è tuttora segnata da razzismo, violenza e discriminazione. L'aspettativa di vita della popolazione Rom è inferiore di 10 anni rispetto alle medie nazionali; tra il 70% e il 90% dei Rom sono disoccupati, ed in tutti e quattro i paesi si è registrato un aumento allarmante degli atti di violenza a sfondo razzista perpetuati nei confronti dei Rom. I Rom stessi denunciano con regolarità la mancanza di indagini sulle violenze subite.

I programmi finora attuati per l'integrazione dei Rom nella Repubblica Ceca, in Polonia, Ungheria e Slovacchia mostrano buone intenzioni, ma costituiscono una goccia nel mare che non porta a nessun risultato. Un'indagine condotta nel maggio 2002 da un istituto di ricerca ceco ha rilevato che il 75% dei cittadini cechi non è disposto a tollerare i Rom nel proprio paese. É terribile pensare che molti Cechi mettano in discussione il diritto all'abitazione dei Rom proprio in quelle zone, dalle quali erano stati cacciati i tedeschi dei Sudati. Nel 1999 gli abitanti cechi di 4 casette a schiera costruirono, tra le loro casette e due caserme abitate da 37 famiglie Rom, un muro lungo 60 metri, che in seguito alle proteste internazionali fu poi abbattuto. Secondo i dati forniti dall'ERRC (European Roma Rights Center), in questa zona si sono avuti, dal 1989 ad oggi, 1250 casi di soprusi e violenze nei confronti dei Rom. Secondo le stime, i Rom che vivono nella Repubblica ceca sono tra i 250.000 ed i 300.000. Secondo i dati ufficiali invece sono solo 33.500.

I rappresentanti dei 60.000 Roma polacchi (secondo i dati ufficiali sono solo la metà) denunciano che viene loro negato l'accesso a locali e discoteche, che i loro figli sono costretti a frequentare classi speciali per bambini "meno dotati", e di dover regolarmente subire violenze da parte di skinhead.

Secondo diverse stime i Rom ungheresi sono tra i 500.000 ed gli 800.000. Anche in Ungheria vengono denunciati i frequenti soprusi perpetuati da parte degli skinhead, mentre la magistratura si limita ad archiviare spesso le relative indagini. I bambini Rom sono costretti a frequentare scuole speciali, e vengono così di fatto segregati. In Slovacchia i bambini Rom presentano sintomi di malnutrizione e sono spesso malati. 520.000 Rom vivono in Slovacchia, spesso in ghetti privi di canalizzazione, acqua potabile e luce elettrica. Anche in questo paese per un Rom diventa difficile, se non impossibile, poter accedere a ristoranti, discoteche e alberghi.


Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/3dossier/linkgfbv.html#rom | www.gfbv.it/3dossier/sinti-rom/it/rom-it.html | www.gfbv.it/3dossier/errc-it.html | www.gfbv.it/3dossier/rom-it.html
* www: www.errc.org | www.osce.org/odihr/cprsi/index.php3?s=1
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